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CronacaPrimo piano Mer 01 febbraio 2023

Saga Agnelli, la querela per Margherita arriva dal suo ex avvocato

"Non intendo subire oltre le vessazioni che mi hanno procurato irreversibili danni". Così l'avvocato Gamna motiva la sua decisione Saga Agnelli, la querela per Margherita arriva dal suo ex avvocato LAPO ELKANN JOHN ELKANN
Redazione Verità&Affari
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Querela per diffamazione

“Non intendo subire oltre le vessazioni che mi hanno procurato gravissimi e irreversibili danni nel tempo”. Così l’avvocato milanese Emanuele Gamna motiva la sua decisione di rivolgersi al giudice penale per querelare (Procura di Firenze) la sua ex assistita Margherita Agnelli  per alcuni contenuti del libro “Agnelli coltelli”.
“Margherita Agnelli da me assistita al tempo della successione del padre – afferma – ha ottenuto la più grande parte del patrimonio all’epoca “visibile”, mantenendo il diritto di ricevere la metà di quanto fosse stato ritrovato in seguito e inoltre nel 2004 ha deciso in piena autonomia di cedere a sua madre la sua quota della società di controllo del Gruppo Fiat ritenendo la Fiat sull’orlo del fallimento”. Nonostante questo, Margherita Agnelli e Gigi Moncalvo nel libro compaiono riferimenti “espliciti” e “infamanti” di “doppio gioco” in favore della madre e del figlio primogenito, John Elkann.

Le accuse a John, Lapo e Ginevra

La vicenda giudiziaria ha ormai compiuto vent’anni e coinvolge la famiglia Agnelli-Elkann. Margherita, la figlia di Gianni Agnelli, ha infatti accusato i suoi tre figli: John, Lapo e Ginevra per un presunto contratto fittizio fattole firmare nel 2003, in cui rinunciava alla futura eredità di famiglia, incassando “solo” un assegno di poco superiore al miliardo. Gamna considera questa “un’accusa grave” in quanto rivolta non solo a un amico di vecchia data, ma a un professionista verso cui per anni Margherita ha manifestato sensi di stima e gratitudine, fino a quando, dopo i primi successi dell’era Marchionne, ha invece deciso di porre in atto una strategia volta a far credere di essere stata ingannata e tradita al fine di ottenere ulteriori vantaggi dalla successione di suo padre”. “Non intendendo subire oltre – conclude il penalista – le vessazioni che mi hanno procurato gravissimi e irreversibili danni nel tempo, mi sono rivolto al giudice penale”.

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