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CuriositàPrimo piano Mar 17 gennaio 2023

World Pizza Day, un business da 15 miliardi di euro

Nel giorno del World Pizza Day facciamo i conti sul piatto simbolo dell'Italia: una prelibatezza da 15 miliardi di euro annui World Pizza Day, un business da 15 miliardi di euro
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Pizza, un business da 15 miliardi di euro

Ogni 17 gennaio si celera con il World Pizza Day il piatto simbolo dell’Italia. Mai definizione fu più azzeccata visto che nel nostro paese si sfornano ogni giorno 8 milioni di pizze, che diventano 3 miliardi l’anno. Un’attività che coinvolge 130 mila aziende con un giro d’affari annuo globale di 15 miliardi di euro. Ma la pizza è anche una tradizione culinaria inserita dal 2017, attraverso l’Arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano, nella lista Unesco del patrimonio immateriale perché riconosciuta come “parte del patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”.

Sono quasi 130 mila le imprese che vendono pizza

Dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, il business della pizza è ripartito. Stando ai più recenti numeri rilevati dal Centro Studi Cna su dati di Infocamere e Infoimprese, presentati da Cna Agroalimentare, le imprese che vendono pizza nel nostro Paese sono quasi 127mila, delle quali 76.357 sono veri e propri esercizi di ristorazione, 40mila sono ristoranti-pizzerie e circa 36.300 bar-pizzerie. I pizzaioli impiegati nell’attività sono quasi 105mila, ma superano i 200mila nei fine settimana. Dal punto di vista della preferenza del gusto la pizza tradizionale supera nettamente quella gourmet, essendo scelta da 8 italiani su 10, mentre il prezzo non supera i 7 euro nel 50% dei casi.

Sugli ingredienti base pesa la siccità

Per sfornare questa montagna di margherite e capricciose, stima la Coldiretti, si utilizzano durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. Un lavoro quotidiano sul quale, sottolinea Coldiretti, “pesano però gli effetti dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo in Italia che hanno tagliato le produzioni degli alimenti base della dieta mediterranea con il crollo del 30% per l’extravergine di oliva, del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al -15% per il grano tenero da cui si ricava la farina”.

La passione per la pizza non è solo italiana, ma planetaria. Gli americani, infatti, sono i maggiori consumatori con 13 chili di pizza a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,8 chili all’anno, staccando spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica.

 

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