Eurovita, soluzione ancora lontana ma il dato sui riscatti scuote il sistema
Assicurazioni e banche collocatrici divise sullo spezzatino. Proseguono i contatti ma al momento non è previsto un nuovo incontro
Ancora lontana una soluzione per Eurovita
Una data per un nuovo incontro ancora non c’è. E al momento non c’è neppure una soluzione imminente della crisi di Eurovita. La proposta dei grandi gruppi assicurativi non sembra convincere tutti i soggetti al tavolo. Sono circa 20 tra compagnie assicurative, banche collocatrici delle polizze e regolatori. E nei diversi schieramenti non mancano i distinguo.
L’allarme sulla raccolta
A cambiare lo scenario tra l’incontro saltato all’ultimo momento lo scorso 20 aprile e la prossima convocazione potrebbe essere il dato sulla raccolta delle polizze vita in febbraio. Il mese nel quale (il 6) è scattato il blocco dei riscatti deciso dall’Ivass. I riscatti in febbraio sono stati pari a 7 miliardi di euro. Il saldo netto è stato in rosso per 1,6 miliardi ed è la prima volta che la raccolta va in negativo dal 2012.
Dati allarmanti, pur considerando il ritorno degli investitori verso Btp e conti deposito grazie alla salita dei tassi. Impossibile non legarli alla vicenda della compagnia controllata dal fondo Cinven e ai suoi 353 mila risparmiatori rimasti con le polizze congelate dallo stop dell’Ivass.
La divisione in cinque pezzi
La proposta avanzata dalle compagnie assicurative (Generali, Intesa Vita, Unipol, Poste Vita e Allianz) prevede una iniezione di capitale di 500 milioni e lo spacchettamento di Eurovita in cinque parti uguali che sarebbero assorbite da ciascun operatore. Alle banche che hanno collocato i prodotti Eurovita viene richiesto di garantire le polizze vendute dalle proprie reti. Subentrando ai clienti che volessero uscire dai prodotti.
I contatti
Soluzione non gradita ai collocatori, anche per i rischi collegati per un controvalore totale delle polizze di 15,3 miliardi. Da qui la decisione di far saltare l’incontro convocato al Mef lo scorso 20 aprile. Anche in caso di un accoglimento di questa proposta, si spiega, restano poi problemi di esecuzione tutti da risolvere. Lo spacchettamento in cinque parti degli asset ad esempio potrebbe non essere scontato. Anche per la presenza nel portafoglio di Eurovita di una serie di asset illiquidi, fondi strutturati e bond ad alto rischio.
In questi giorni, malgrado i ponti primaverili, sono proseguiti i contatti tra i vari soggetti coinvolti alla ricerca di una soluzione condivisa. Che al momento però non sembra alla portata. C’è tempo fino al 30 giugno.