Il gestore Boley (UBP): "Come comportarsi in caso di recessione"
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ApprofondimentiRisparmio Lun 01 maggio 2023

Il gestore Boley (UBP): "Ecco come comportarsi sui mercati in caso di recessione"

Kier Boley, responsabile investimenti Alternative Investment Solutions di UBP spiega come comportarsi in caso di nuove difficoltà sui mercati Il gestore Boley (UBP): "Ecco come comportarsi sui mercati in caso di recessione" Vincitori e vinti fra gli HedgeF und
Gianluca Baldini
di 
Gianluca Baldini

I rischi di una recessione per i mercati non sono da escludere

Così Kier Boley, responsabile investimenti Alternative Investment Solutions di UBP spiega alla Verità&Affari come comportarsi in caso di
nuove difficoltà sui mercati.

BOLEY KIER

I mercati sono stati molto nervosi nei primi tre mesi dell’anno, alternando fasi di rialzo e di ribasso molto
accentuate e spesso anche molto brevi. Qual è la vostra visione su questo contesto? Proseguirà?
Il trimestre è iniziato con un forte rally a gennaio, seguito da una forte correzione a febbraio e punteggiato a marzo dalla crisi di fiducia  nelle banche regionali statunitensi e dall’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Le garanzie governative sui depositi e la maggiore prudenza delle banche centrali sono riuscite a calmare i mercati, che hanno chiuso marzo in territorio positivo.

I mercati azionari e del reddito fisso sono stati positivi su tutta la linea, sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti. Le materie prime sono scese, guidate in primis dai prezzi dell’energia. In prospettiva, i mercati continuano a essere guidati dai fattori macro, concentrandosi sulla Fed e sui dati economici. L’inflazione globale ha continuato a diminuire grazie ai bassi prezzi dell’energia, ma l’inflazione core è rimasta più stabile, spingendo la Fed ad aumentare ulteriormente i tassi a marzo, nonostante l’instabilità del sistema bancario. Un crescente consenso indica una recessione imminente, che potrebbe indurre i mercati a concentrarsi nuovamente sui fondamentali delle aziende, con un conseguente ritorno della dispersione.

Il 2022 ha visto un ritorno in primo piano degli hedge fund. Come si sono comportati invece in questi primi mesi del 2023? Quali strategie hanno fatto meglio in questo contesto?
I gestori azionari long short (quelli che mirano a replicare i rendimenti dei mercati quando questi sono in crescita, ma a conservare il capitale quando il clima di investimento peggiora, ndr), rappresentati dall’indice Hfri Equity Hedge (Total), hanno registrato un guadagno del +3,4% nel primo trimestre. Il primo trimestre 2023 è iniziato con un forte rally dei mercati azionari ed è stato caratterizzato da forti inversioni di
tendenza, soprattutto a livello settoriale, con i comparti in ritardo nel 2022 che sono diventati i più forti nel primo trimestre 2023 e i migliori fondi del 2022 che sono diventati i più deboli del primo trimestre 2023.

Nel corso del 2022 la maggior parte dei fondi ha ridotto in modo significativo la propria inclinazione verso i settori, ma in genere ha mantenuto una certa inclinazione verso i fattori di qualità e di crescita, che hanno registrato una forte performance nel trimestre. Tuttavia, alcuni fondi si sono orientati positivamente verso i titoli finanziari, che tendono a beneficiare di tassi d'interesse più elevati, ma sono stati in qualche modo colti di sorpresa quando i rendimenti sono scesi in modo spettacolare a marzo, in seguito al crollo della Silicon Valley Bank e della Signature Bank.

Questa buona performance dei fondi azionari long short può estendersi al resto del 2023?
Pochi investitori si aspettavano che il 2023 sarebbe iniziato con un forte rally dei mercati azionari. Tuttavia, le prospettive per gli utili e i mercati azionari nel 2023 restano difficili. Prevediamo che gli enormi scossoni sul fronte macro visti nel 2022 si tradurranno in un forte aumento della dispersione sui mercati azionari nel 2023, poiché i fondamentali delle aziende forti subiranno un impatto nettamente inferiore rispetto a quelli delle aziende deboli.

Alla fine, i prezzi delle azioni sono guidati dai fondamentali e una rinnovata attenzione ai fondamentali specifici delle aziende crea un ricco set di opportunità per i fondi long/short azionari, in particolare per le strategie a bassa esposizione netta. L’alfa, che è il principale motore di rendimento di tali strategie, è altamente correlato ai livelli di dispersione del mercato azionario. Nel corso
dell’anno, anche se i mercati azionari dovessero muoversi lateralmente o in modesto ribasso, ci aspettiamo che tali strategie Azionari Long Short a bassa esposizione netta offrano forti rendimenti assoluti con una bassa correlazione ai mercati azionari. Preferiamo inoltre le strategie più liquide, in quanto consentono di riposizionare rapidamente i portafogli in caso di miglioramento delle prospettive generali dei titoli azionari.

Quali altre strategie hedge alternative sembrano meglio posizionate per i prossimi mesi?
L’opinione diffusa sul mercato rimane quella che le pressioni inflazionistiche restano troppo forti per le banche centrali e che queste dovranno mantenere tassi reali positivi più a lungo di quanto il mercato vorrebbe. La strategia macro driven (quella che trae profitto dagli squilibri macroeconomici e dagli eventi geopolitici, cercando di prevedere i cambiamenti nei prezzi sui mercati finanziari, ndr) è una delle poche in grado di trarre vantaggio da regimi di mercato molto diversi, tra cui il recente orientamento del mercato verso l’inflazione, ma anche dal timore di una recessione che potrebbe favorire esposizioni difensive come le obbligazioni a lunga scadenza, lo yen e le posizioni long value/short growth.

Manteniamo la nostra elevata convinzione sulle strategie macro driven, in quanto l'andamento dell'inflazione rimane il problema economico principale, ma con l’avvicinarsi del picco di inasprimento dei tassi, dobbiamo aspettarci che si verifichino più eventi rischiosi. Stiamo aumentando la nostra esposizione ai gestori del credito societario, che sono in grado di generare alfa sia sul lato lungo sia su quello short dei portafogli. L’inflazione elevata e l’aumento dei tassi renderanno alcune società sovra-indebitate e incapaci di far fronte ai maggiori oneri assunti dall’inizio della pandemia nel 2020. Non prevediamo necessariamente un aumento sostanziale dei tassi di insolvenza, ma un potenziale reale di dispersione, allargamento degli spread e volatilità, che offra ai gestori del credito un fertile set di opportunità, consentendo loro di ottenere un reddito da interessi più elevato. Con l’aumento del rischio di recessione nel 2023 e la sostanziale chiusura dei mercati dei capitali, aumenteranno anche le opportunità per nuove posizioni stressed e distressed.

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