I Btp sono al 3,4%, ma il rendimento reale è negativo
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Risparmio Mar 07 giugno 2022

I Btp sono al 3,4%, ma il rendimento reale è di molto negativo

Il Btp sul mercato secondario è arrivato al 3,4% che rappresenta certamente un punta di qualche interesse per l’investitore. I Btp sono al 3,4%, ma il rendimento reale è di molto negativo
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Il rendimento reale dei Btp è negativo

Il Btp sul mercato secondario è arrivato al 3,4% che rappresenta certamente un punta di qualche interesse per l’investitore. Ma neanche tanto considerando l’inflazione all’8,1%. Dunque il rendimento reale è largamente negativo. Ne sono ben consapevoli gli analisti del fondo Algebris fondato da Davide Serra. «Consideriamo qualsiasi rally come tattico -scrivono nel loro report settimanale- poiché i tassi a lungo termine rimangono sottovalutati e i mercati del reddito fisso rimarranno vulnerabili nei prossimi dodici mesi».

Operazione in perdita per i Btp

Insomma investire in Btp resta un’operazione largamente negativa le cui perdite si aggiungono al 9% circa lasciato sul terreno dall’inizio dell’anno. Occorre anche tenere conto che il 3,4% è il tasso fissato dal mercato. Acquistare i Btp all’emissione significa accontentarsi di una cedola fissa per dieci anni del 2,5% che scende all’1,1% per il quinquennale. Per attrarre l’interesse dei risparmiatori il Tesoro ha annunciato un nuovo collocamento Btp Italia indicizzati all’inflazione. L’offerta è prevista da lunedì 20 a giovedì 23 giugno. Il titolo avrà durata di 8 anni e un premio fedeltà dell’1% per chi lo tiene fino alla scadenza (0,125% l’anno).

Cedola minima

Venerdì 17 sarà svelata ,la remunerazione minima su cui poi sarà aggiunta l’inflazione calcolata dall’Istat al netto dei tabacchi. Si può già adesso immaginare che la cedola non dovrebbe essere superiore allo 0,7%.
È certo che l’offerta farà il tutto esaurito in pochissimi minuti considerando che il costo per il Tesoro potrebbe essere esplosivo. Finora non ci sono stati strappi particolari perché l’inflazione si è mantenuta bassa. Tuttavia la situazione sta cambiando e la cedola dei titoli indicizzati già in circolazione raggiunge rendimenti molto interessanti per il sottoscrittore. Il titolo maggio 2025 è arrivato a superare il 5% a scadenza. L’emissione ottobre 2027 offre il 6,17%. Un salasso per il Tesoro. Sopportabile fino a quando la circolazione resta limitata. Non a caso l’ultima emissione di Btp Italia (utilizzata per affrontare l’emergenza sanitaria) risale ad aprile 2020 per un ammontare di circa 22 miliardi. Le 19 emissioni precedenti (la prima risale al 2012) hanno raccolto oltre 149 miliardi.

Una presenza fino a oggi senza gloria e senza infamia perché il progressivo calo dell’inflazione (con punte negative del 2020) ha reso i Btp Italia un investimento non tanto diverso dai cugini non indicizzati. Ora la situazione potrebbe cambiare ma resta uno scudo a vantaggio solo dei pochi fortunati che riusciranno a ottenerli all’emissione. Per il resto i Btp sono opzioni in perdita per il risparmiatore singolo e la crescita dell’inflazione li sta facendo diventare catastrofici. Bloccare il capitale per cinque o dieci anni a fronte di cedole basse e fisse significa che alla scadenza verrà rimborsata solo una frazione dell’investimento. Un investimento riservato ai fondi e ai professionisti. Il mondo dei Bot-people apparttiene ad un’altra era geologica.

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