Natale è alle porte, ecco le richieste degli investitori
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Primo pianoRisparmio Dom 18 dicembre 2022

Natale è alle porte, cosa chiedono gli investitori sotto l'Albero

Manca poco a Natale e anche gli investitori hanno dei desideri: non li scrivono su una letterina, ma li esprimono nei prezzi di mercato. Natale è alle porte, cosa chiedono gli investitori sotto l'Albero
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Le richieste degli investitori per Natale

Manca poco a Natale, la maggior parte dei bambini avrà già scritto la letterina e i genitori saranno probabilmente riusciti ad esaudire alcuni dei loro desideri. In questi giorni anche gli investitori hanno dei desideri: non li scrivono su una letterina, ma li esprimono attraverso i prezzi di mercato.

Gli investitori obbligazionari si augurano soprattutto che nel corso del 2023 la Federal Reserve USA non aumenti il tasso di riferimento oltre il 5% e riesca a rimanere al di sotto di tale livello. Quanto al secondo semestre del prossimo anno, i mercati sperano che le autorità riescano a riprendere in breve tempo il controllo dell’inflazione, un’eventualità che aprirebbe la strada a uno o due tagli dei tassi (da 25 punti base ciascuno).

Le probabilità che un simile scenario si verifichi aumenteranno in particolare in caso di raffreddamento del mercato occupazionale Usa nei mesi a venire a seguito di un sorprendente aumento dell’offerta ascrivibile al ritorno delle persone sul mercato del lavoro e/o di una contrazione della domanda dovuta a un significativo rallentamento economico. I mercati monetari sembrano già scontare il desiderio di un ciclo di riduzione dei tassi. Ma lo sappiamo bene, non sempre i desideri si realizzano.

Anche i mercati azionari accoglierebbero con favore una decelerazione dell’inasprimento da parte delle banche centrali. Tassi più bassi potrebbero dare un po’ di sollievo sul fronte delle valutazioni. Tuttavia, se una simile evoluzione si accompagnerà a una netta contrazione della crescita gli investitori azionari non saranno affatto felici.

Sinora la maggior parte dei modelli degli analisti non prevede un deterioramento degli utili analogo a quello verificatosi nelle recessioni precedenti, benché le stime per l’anno prossimo siano molto più prudenti del solito. Il desiderio di un “atterraggio morbido” (soft landing) dell’economia potrebbe realizzarsi ove le principali banche centrali riuscissero a calibrare con estrema precisione le misure restrittive sul fronte monetario – non è impossibile, ma si tratta di un’impresa ardua.

Cosa aspettarsi la settimana prossima

Dopo una settimana ricca di eventi, prima delle festività natalizie ci attende un periodo un po’ più tranquillo. In ogni caso, gli attori del mercato riceveranno ancora qualche indicazione. La prossima settimana saranno resi noti i dati sul mercato residenziale USA, tra cui l’indice del sentiment della National Association of Home Builders (NAHB) e il numero di nuovi cantieri aperti e permessi edilizi concessi. A catalizzare l’attenzione saranno anche i dati sulla fiducia dei consumatori.

A pubblicarli saranno la Commissione europea per l’Area Euro, la Gesellschaft für Konsumforschung (GfK) per la Germania e il Conference Board per gli USA. La recente significativa flessione dei prezzi della benzina potrebbe favorire una stabilizzazione a livelli più bassi. Quanto alle banche centrali, martedì sotto i riflettori ci sarà la riunione della banca centrale giapponese BoJ (Bank of Japan). Verso fine settimana conosceremo altresì i dati sull’inflazione di novembre in Giappone.

In generale, appare piuttosto difficile che alcuni desideri degli attori del mercato si realizzino nei prossimi mesi. Chi prospetta una rapida mitigazione dell’inflazione e quindi una politica monetaria meno restrittiva, non dovrebbe allo stesso tempo aspettarsi che l’attività economica resti indenne e gli utili aziendali soddisfacenti.

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