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ApprofondimentiRisparmio Gio 25 maggio 2023

Risparmio, via libera alle nuove regole Ue. Stop alle retrocessioni senza consulenza

Adottato dalla Commissione il Retail Investment Package. Dalla trasparenza alla comparabilità dei costi, cosa cambia per i risparmiatori Risparmio, via libera alle nuove regole Ue. Stop alle retrocessioni senza consulenza
Gianluca Baldini
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Gianluca Baldini

Via libera alle nuove regole Ue sulla tutela del risparmio

La Commissione europea ha adottato il Retail Investment Package, la normativa relativa alla Retail Investment Strategy. Il cui obiettivo dichiarato è quello di mettere i consumatori in condizione di prendere decisioni di investimento consapevoli.

La versione ufficiale della norma pubblicata oggi era molto attesa dal mondo dei professionisti della finanza perché in molti temevano un divieto completo alle retrocessioni. Ovvero, quelle commissioni che consulenti finanziari e private banker percepiscono dalle società quando distribuiscono un prodotto. Il divieto c’è, ma è limitato ai prodotti “execution only”, ovvero quei prodotti finanziari per i quali non è richiesta la consulenza.

Il caso Eurovita

Proprio contro il sistema delle retrocessioni si era schierata la commissaria europea Mairead McGuinness. Secondo la quale questo sistema commissionale portava i distributori a vendere il prodotto più remunerativo e non quello più adatto alla clientela.

Il caso della compagnia di assicurazione in difficoltà Eurovita, da questo punto di vista è emblematico. Con le polizze unit linked della società piene zeppe di fondi con commissioni di intermediazione che potevano arrivare anche all’80% del capitale investito.

“Costi ingiustificatamente alti”

Non a caso, proprio su questo tema, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha ricordato che questa norma è stata voluta proprio perché “alcuni prodotti di investimento hanno costi ingiustificatamente alti”. Motivo per cui “i cittadini europei non sempre ottengono le migliori offerte disponibili o un adeguato rapporto qualità-prezzo”.

Secondo la Commissione, il pacchetto odierno di regole sugli investimenti mira a rendere l’Europa un luogo ancora più sicuro per gli investimenti a lungo termine. E a incoraggiare la partecipazione ai mercati dei capitali dell’Ue, che tradizionalmente è stata inferiore a quella di altre giurisdizioni, come gli Stati Uniti. “Il potenziamento dell’Unione dei mercati dei capitali è anche un mezzo essenziale per incanalare i finanziamenti privati nella nostra economia e per finanziare le transizioni verdi e digitali”.

Comparabilità dei costi

Il pacchetto include misure per migliorare il modo in cui vengono fornite agli investitori al dettaglio le informazioni su prodotti e servizi di investimento. Aumentando la trasparenza e la comparabilità dei costi e richiedendo l’uso di una presentazione e di una terminologia standard sui costi. Ciò garantirà che i prodotti d’investimento offrano un reale rapporto qualità-prezzo agli investitori al dettaglio.

Il Retail Investment Package vuole anche garantire che tutti i clienti al dettaglio ricevano almeno una volta l’anno una visione chiara della performance d’investimento del loro portafoglio. Oltre ad affrontare i potenziali conflitti d’interesse nella distribuzione dei prodotti d’investimento vietando gli incentivi per le vendite “execution-only”. Cioè quando non viene fornita alcuna consulenza legata al singolo prodotto di investimento. Superata, insomma, la paura su un totale divieto alle retrocessioni, sembra questo sia l’unico divieto previsto per ora dalla Commissione. Attenzione, però, molto dipenderà da come e quanto la norma avrà effetto sulla trasparenza dei mercati. Entro tre anni, infatti, la Commissione si riserva di portare avanti una nuova revisione e valutare se introdurre un divieto più restrittivo alle retrocessioni.

Vietato il marketing “aggressivo”

Anche il marketing troppo “aggressivo” viene limitato. Tra gli obiettivi del Retail Investment Package c’è infatti il limite all’utilizzo sconsiderato di un marketing “fuorviante” assicurandosi che i consulenti finanziari siano pienamente responsabili dell’uso delle loro comunicazioni, anche quando sono effettuate tramite i social media, o tramite influencer o altre terze parti che remunerano o incentivano.

Ora queste misure andranno implementate dai singoli Stati membri. “Si incoraggiano infatti gli Stati membri ad attuare misure nazionali che possano sostenere l’alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, indipendentemente dalla loro età e dal loro background sociale ed educativo”, scrive la Commissione in una nota stampa.

 

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