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Spiffero Lun 12 dicembre 2022

Per i vini dell'Istituto Grandi Marchi c'è Constanze Reuscher

A Roma è stata presentata la ricerca Wine Monitor Nomisma sui vini, realizzata per l'Istituto Grandi Marchi. Per i vini dell'Istituto Grandi Marchi c'è Constanze Reuscher CONSTANZE REUSCHER
Gianfranco Ferroni
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Gianfranco Ferroni

La ricerca Wine Monitor Nomisma sui vini

Non poteva mancare, Constanze Reuscher, alla presentazione della ricerca Wine Monitor Nomisma sui vini, realizzata per l’Istituto Grandi Marchi. La sede scelta è quella dell’Associazione della Stampa Estera, nella romana via dell’Umiltà, dove la giornalista tedesca cara a Zoro, commentatrice abitudinaria nella trasmissione “Propaganda Live” di La7, è di casa.

Nell’Istituto Grandi Marchi c’è il gotha delle aziende vinicole: Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col D’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Marchesi Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.

Lo studio si è sviluppato sull’analisi delle vendite nella gdo italiana e nel canale off-premise, dal 2019 ad oggi, con una suddivisione per categoria, denominazioni e fascia di prezzo. L’oggetto dell’analisi ha coinvolto inoltre gli assortimenti, in termini di ampiezza e profondità, dei top player dell’e-commerce di settore, Tannico, Vino.com e Callmewine.

Il boom dell’export

Data l’evidenza del 2022 come anno record per l’export di vino italiano, che secondo le stime Nomisma Wine Monitor ammonta a 8 miliardi di euro, i primi dati emersi riguardano il recupero delle vendite di food&wine nel canale Ho.Re.Ca., con un fatturato dei primi 9 mesi 2022 del +47% per l’Italia, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Una crescita strettamente connessa alla ripresa dei flussi turistici, raddoppiati rispetto al 2021, a cui si è accompagnato un rallentamento dei volumi venduti nel canale della gdo. In sintesi, se il canale moderno nel 2020 ha costituito un importante supporto nella commercializzazione dei prodotti in connessione con le restrizioni causate dai vari periodi di lockdown, doppiata la boa degli effetti più pesanti della crisi pandemica i consumi dei fine wine si sono riposizionati nel loro alveo più tradizionale, ovvero quello dei consumi outdoor nella ristorazione.

Questo andamento è riscontrabile per i vini rossi, bianchi e bollicine; diverso il discorso per i rosati, stabili, che tuttavia rappresentano una percentuale limitata nel quadro generale.

Denis Pantini, responsabile Wine Monitor Nomisma, rileva “un deciso ritorno, almeno per quanto concerne il segmento delle etichette di alta gamma, al canale Ho.Re.Ca. e, al tempo stesso, come la crescita dell’e-commerce, dopo gli alti tassi registrati negli ultimi anni, si stia consolidando”.

Il focus sui comportamenti d’acquisto

Il report ha condotto un focus sui comportamenti d’acquisto, attraverso un’indagine diretta su un campione di Italiani rappresentativo per genere, età e area geografica. Ne emergono dati interessanti: riguardo il consumo di vino presso la gdo, il 47% dei consumatori tende ad acquistare etichette di alta fascia di prezzo specialmente in occasione di promozioni. Da segnalare come presso iper e supermercati la percentuale di consumatori disposti a spendere oltre 10 euro per una bottiglia di vino non supera il 23%.

Fine wine

L’ultima parte dello studio ha inteso mappare l’assortimento di fine wine (identificati con bottiglie di prezzo superiore ai 20 euro) nelle 3 principali piattaforme italiane specializzate nella vendita online di vino (Tannico, Vino.com e Callmewine) il cui fatturato cumulato nel 2021 ha raggiunto i 94 milioni di euro (contro gli 11 milioni di cinque anni prima). Le etichette italiane giocano un ruolo importante: a fronte di un assortimento di oltre 11.700 fine wine presenti a novembre 2022, quelle tricolori rappresentano il 58%. Di cui il 63% costituito da vini rossi, il 20% da bianchi, il 16% da spumanti mentre i rosati sono presenti con appena l’1%.

La suddivisione per fascia di prezzo vede, a livello aggregato delle 3 piattaforme, un 41% di referenze per i vini rossi sopra i 50 euro a bottiglia, una percentuale che scende al 12% per bianchi e spumanti e al 3% per i rosé. Un confronto tra le referenze di fine wine disponibili a novembre rispetto a sei mesi prima (aprile) per fascia di prezzo evidenzia invece una crescita significativa nelle fasce fino a 50 euro a bottiglia, denotando alcune riduzioni per tipologia in quelle più alte: è presumibile che l’effetto “rallentamento economico” associato alla crescente inflazione abbia indotto le piattaforme di vendita online a ricalibrare l’assortimento, incrementando le referenze delle fasce di prezzo più basse.

Alla fine della presentazione, brindisi con le preziose bottiglie dei componenti dell’Istituto Grandi Marchi.

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