Il più bel giardino di Roma non è quello che ci si aspetta
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Spiffero Lun 25 luglio 2022

Il più bel giardino della Capitale? In una piazza gestita da un privato

La domanda sembrava fatta apposta per annichilire il primo cittadino di Roma: in quale piazza romana c’è il più bel giardino della città? Il più bel giardino della Capitale? In una piazza gestita da un privato
Gianfranco Ferroni
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Gianfranco Ferroni

La domanda durante un evento di Ance Roma

La domanda sembrava fatta apposta per annichilire il primo cittadino della capitale, Roberto Gualtieri: «In quale piazza romana c’è il più bel giardino della città?», ed oltretutto è stata posta all’interno di una struttura comunale come la Casa del Cinema, a Villa Borghese. Bene, l’area verde più curata di Roma si trova a piazza Cavour, perché la manutenzione è affidata a un privato.

È uno dei tanti piccoli, preziosi, segreti della Città eterna che sono stati raccontati nel corso di un evento di Ance Roma-Acer, l’associazione dei costruttori romani, ideato per presentare la pubblicazione intitolata «La bellezza di costruire». Si tratta di un articolato dossier, un vero e proprio catalogo che espone i pregi dell’imprenditoria legata all’edilizia: e così ecco Filippo Paolo Berardelli, terza generazione di costruttori, che insieme ad altre realtà societarie ha curato la nascita del parcheggio sotterraneo di piazza Cavour. Se i magistrati della Corte di Cassazione ammirano le palme perfettamente in salute che adornano i giardini, il merito è della cura quotidiana affidata ai privati che hanno realizzato il parking di Prati. Infatti lì non esistono piante malate, e l’erba sembra quella di un campo da golf.

Oltre a Berardelli, i nomi citati sono tanti: Bonifati, Cerasi, Ciucci, De Angelis, De Nuntiis, De Sanctis, Donati, Goretti, Maggini, Mainetti, Manetta, Minicucci, Muratori, Rebecchini, Sette e Waly. Sempre alla terza generazione, per esempio, c’è Francesca De Sanctis, che con il suo gruppo ha ristrutturato un palazzo di uffici trasformandolo nell’Hotel W, segmento luxury di Marriott, a due passi da via Veneto. E anche Sais Goretti, figlia di Giancarlo, con il progetto Eur Next House: un complesso fornito di palestra al roof, un deposito delle biciclette, una lounge nell’attico attrezzata per co-living e per smart working.

Se al dibattito sulla rigenerazione urbana hanno partecipato Daniele Leodori, vicepresidente della Regione Lazio, e Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica del Comune di Roma, in platea c’era anche Luca Zevi (in foto), architetto, figlio dell’indimenticato Bruno e padre di Tobia, assessore al patrimonio e alle politiche abitative del Campidoglio. Se Elisabetta Maggini, presidente giovani Ance Roma-Acer, a livello territoriale è impegnata a fornire una nuova immagine del comparto, sottolineando che «a dispetto della narrazione che dipinge il costruttore come ‘palazzinaro’, gli imprenditori romani puntano a migliorare il contesto in cui lavorano, a rigenerare la città creando infrastrutture ed edifici sostenibili, utili e belli per ogni cittadino», la speranza è quella racchiusa nella frase pronunciata Angelica Donati, in qualità di presidente giovani Ance: «Roma ha davanti a sé grandi opportunità: i capitali internazionali stanno confluendo qui e abbiamo anche i fondi di Pnrr e Giubileo da spendere presto e bene. Il tema della rigenerazione urbana è un tema fondamentale in una città antica come Roma, e abbiamo bisogno di una visione progettuale a lungo termine. Lavoriamo uniti per dare vita a una città che funzioni».

Anche per questo Ance Roma-Acer fa parte della «Fondazione Expo Roma 2030» a supporto della candidatura per ospitare l’Esposizione Universale, a sostegno del comitato promotore istituzionale. E nella stessa giornata, al mattino, proprio la Casa del Cinema è stata la sede di uno dei “tavoli” dell’Expo Roma 2030, dove il protagonista è stato l’amministratore delegato di Cinecittà, Nicola Maccanico.

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