Unrae, con meno auto vendute l'erario perde 8 miliardi di euro di Iva
Secondo Unrae, con il crollo delle vendite di auto l'erario perde 8 miliardi di euro di Iva. Immatricolazioni scese a 1,3 milioni nel 2022 Renault automobiliL’erario perde 8 miliardi di euro
Con il crollo delle vendite delle auto “anche l’erario ci sta rimettendo: 8 miliardi soltanto di Iva con un crollo del gettito fiscale di cui lo Stato dovrebbe occuparsi urgentemente”, afferma il direttore generale Unrae Andrea Cardinali. A tre mesi dall’insediamento del comitato scientifico, l’Osservatorio Auto e Mobilità di Luiss Business School ha presentato le sue attività, le linee di ricerca e la roadmap 2023. I primi partner sono Unrae, Toyota, e Honda. Sono due i filoni di ricerca comunicati, entrambi centrali per l’evoluzione dell’auto e della mobilità nel prossimo decennio. Il primo è cruciale per il mercato e i modelli di business, riguarda la mappatura e l’analisi delle dinamiche di comunicazione, delle politiche commerciali e della risposta del mercato alle innovazioni di prodotto, di sistema e di servizio introdotte nella macro-area. Il secondo entra direttamente nel cuore del grande tema del momento, l’energia. L’attività di ricerca riguarda l’individuazione di adeguate strategie energetiche per l’auto e la mobilità in Italia e in Europa, e ha fissato i suoi pilastri in sostenibilità, sicurezza energetica, sviluppo industriale, crescita socioeconomica e mercato. La prima ricerca ha indicato i termini più utilizzati dalle case auto e dagli utenti (oltre 60mila contributi provenienti da più di 29mila account ufficiali italiani e internazionali monitorati su Twitter con analisi di tutti i post di un anno da ottobre 2021 a ottobre 2022) tra quelli individuati dagli esperti dell’Osservatorio come rappresentativi nelle aree chiave sostenibilità, mobilità, sicurezza, elettrificazione. Le parole dell’innovazione più utilizzate risultano essere Co2, battery, safety, hybrid, Ev, mobility e sustainability.
Immatricolazioni a quota 1,3 milioni nel 2022
Intanto Unrae ha ripreso la consuetudine del suo tradizionale evento stampa di fine anno, nella romana Villa Blanc, presentando dati e prospettive di mercato: “I marchi che rappresentiamo hanno contribuito allo sviluppo del paese e allo sviluppo dell’automotive: anche nell’auto esiste il made in Italy, ma se vogliamo attrarre investitori dobbiamo essere in salute. L’Italia necessita di intraprendere il più velocemente possibile un percorso di riconversione industriale per andare incontro a quelle che sono le nuove tecnologie e le sfide che i grandi costruttori industriali ci chiedono”, ha detto Michele Crisci, presidente Unrae. “L’Italia è un paese di grande componentistica, di grandi fornitori che si devono adeguare con grande velocità alle nuove sfide, ci vuole la visione per mettere a terra strategie per il prossimo futuro”, ha aggiunto. Di mercato auto ha parlato Cardinali: “Quest’anno stiamo stimando una chiusura con 1,3 milioni di immatricolazioni, numeri degli anni ’70, che non sono sostenibili nel lungo periodo, inferiori a quelli del 2020, l’anno del lockdown. Sono problematiche non legate alla domanda ma all’offerta, ed è anche molto difficile fare previsioni di lungo termine”.