Juventus, i calciatori: non volevamo rinunciare a troppi soldi
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In evidenzaSport Lun 05 dicembre 2022

Inchiesta Juve, i calciatori: la gente pensava che avremmo rinunciato a 4 mesi, ma erano troppi soldi

Inchiesta Juventus, Dybala e Bernardeschi: la gente pensava che avremmo rinunciato a quattro mesi di stipendi, ma erano troppi. Inchiesta Juve, i calciatori: la gente pensava che avremmo rinunciato a 4 mesi, ma erano troppi soldi
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Juventus, i calciatori sul falso taglio degli stipendi

I calciatori sapevano che il comunicato che annunciava i tagli degli stipendi era sostanzialmente un falso che potrebbe costare alla Juventus l’accusa di aggiotaggio. Ma la proposta iniziale del club di tagliare effettivamente quattro mensilità era stata respinta dai calciatori, che non volevano rinunciare a “troppi soldi”.

Dybala: “La gente pensava che avessimo rinunciato a 4 mesi”

“Quello che ricordo io era che era uscito un comunicato stampa. Tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi e nessuno sapeva in quel momento che noi avremmo preso tre mesi ma pagati più avanti”. Paulo Dybala è il più netto tra i calciatori sentiti dalla procura di Torino nell’ambito dell’indagine sui conti del club.

Il riferimento è alla prima “manovra stipendi”, quella relativa alla stagione 2019/2020. E al comunicato del club che annunciava la “rinuncia” da parte dei calciatori della prima squadra a quattro mensilità di stipendio per aiutare la società alle preso con il blocco dell’attività per la pandemia di Covid.

“Risparmio di 90 milioni”

Il 28 marzo del 2020, con il paese in pieno lockdown, il club torinese annuncia che “in ragione dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso” è stata raggiunta “un’intesa con i calciatori e l’allenatore della Prima Squadra” per la rinuncia di “compensi pari a quattro mensilità”. Il comunicato spiega anche i benefici dell’accordo per i conti del club: “Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020″. 

Le chat consegnate ai pm

“Leggendo il comunicato, non è l’accordo che abbiamo raggiunto. C’è scritto che rinunciamo a quattro mesi ma non c’è scritto che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe”, dice ancora il calciatore argentino al pm il 24 marzo scorso.

La proposta era stata illustrata ai calciatori via chat dall’allora capitano, Giorgio Chiellini. Le schermate di quella chat, pubblicate nei giorni scorsi da varie testate, sono state consegnate agli inquirenti da Mattia De Sciglio e Mattjis de Light durante i rispettivi interrogatori. 

“Non volevamo rinunciare a così tanti soldi”

La proposta iniziale della società, ricorda ancora Dybala, era effettivamente di una rinuncia a quattro mensilità. Ma “noi non eravamo d’accordo perché non volevamo rinunciare a così tanti mesi”. E ancora: “Quando ci hanno chiesto di rinunciare a quattro mesi, siamo rimasti stupiti e molti di noi hanno detto di no”.

Bernardeschi: “Ho detto che erano troppi soldi”

Anche Federico Bernardeschi, sentito qualche giorno dopo, conferma che la richiesta iniziale della società era più alta, anche se dice di non ricordare quale fosse. E che la proposta venne bloccata dal rifiuto dai calciatori: “Quasi tutti all’inizio erano contrari a quattro mensilità, (se questo era l’importo iniziale). Anche io ero molto contrario, ho detto che erano troppi soldi. Sicuramente c’era una parte contraria, una che non disse nulla e una che cercava di ridurre il gap”.

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