Just Eat fa cassa e vende la piattaforma iFood per 1,8 miliardi
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Startup Sab 20 agosto 2022

Just Eat fa cassa e vende la piattaforma iFood per 1,8 miliardi

Just Eat Takeaway, la multinazionale di ordinazione e consegna di cibo online, ha annunciato la vendita del 33% della piattaforma iFood. Just Eat fa cassa e vende la piattaforma iFood per 1,8 miliardi
Redazione Verità&Affari
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Just Eat vende iFood

Just Eat Takeaway, la multinazionale olandese di ordinazione e consegna di cibo online, ha annunciato la vendita del 33% della piattaforma brasiliana iFood a Movile, una controllata di Prosus, multinazionale olandese tra i maggiori investitori tecnologici al mondo, per un corrispettivo di 1,8 miliardi di euro. L’affare dovrebbe chiudersi con 1,5 miliardi di euro alla chiusura della transazione e con il pagamento di altri 300 milioni di euro subordinato allo sviluppo dell’attività nei prossimi 12 mesi. La finalizzazione dell’operazione è prevista nel quarto trimestre del 2022, previa approvazione degli azionisti.

Ripensamento

Just Eat Takeaway, colosso nato a febbraio 2020 dalla fusione dell’olandese Takeaway.com con la britannica Just Eat, fa sapere che «resta concentrata sul miglioramento della propria redditività e nell’allocazione disciplinata del capitale». I proventi della transazione, quindi, saranno utilizzati per mantenere una certa solidità di bilancio e per fare fronte alle prossime scadenze debitorie.

Il ceo di Just Eat, Jitse Groen, aveva rifiutato un anno fa un’offerta per iFood da 2,3 miliardi di euro, considerandola «inadeguata» a fronte dell’impennata del valore delle società di consegna e di e-commerce durante la pandemia. Le quotazioni di Borsa del settore sono però precipitate quest’anno, tanto che alla chiusura di ieri il titolo Just Eat takeaway segnava ancora un -57,79% rispetto a inizio anno nonostante ieri, grazie all’operazione, sia risalito del 25,75% riportandosi a ridosso dei 21 euro.

La valutazione

Il gruppo olandese «avrebbe probabilmente preferito conservare la sua partecipazione in iFood, ma i vantaggi finanziari della vendita erano manifestamente troppo rilevanti per essere ignorati», commentano gli analisti di Jefferies, che ribadiscono il «buy» sul titolo con un obiettivo di prezzo di 42,5 euro. Credit Suisse ritiene l’accordo positivo sia per Prosus, sia per Just Eat takeaway, considerando gli attuali valori di Borsa.

Per Bryan Garnier & co la cessione assomiglia a una vendita dettata dal panico, perché Just Eat Takeaway sapeva che sarebbe stata a corto di liquidità a inizio 2024. I proventi dalla cessione elimineranno qualsiasi problema di finanziamento ma, aggiungono gli analisti, la probabilità di una restituzione agli azionisti, tramite un buy back o un dividendo straordinario è debole.

Altra cessione?

E dall’azienda precisano anche che è ancora sul mercato pure la controllata americana Grubhub (piattaforma per l’ordinazione online e la consegna di alimenti che ha sede a Chicago, Illinois, e la cui costosa acquisizione da 7,3 miliari di dollari Just Eat ha finalizzato solo lo scorso anno), per una vendita parziale o totale. Il ceo di Grubhub, Adam De Witt, a giugno aveva spiegato che da Just Eat speravano di trovare un partner strategico per la società Usa, ma che non era esclusa la vendita. Nel frattempo, però, gli olandesi avrebbero anche studiato come rafforzare la controllata in difficoltà (dopo essere stato il pioniere del settore della consegna di pasti negli Usa, il gruppo è scivolato al terzo posto nel Paese, alle spalle di Door Dash e Uber Eats).

Dagli occhi di Prosus

La chiusura su iFood, invece, darà a Prosus il controllo esclusivo dell’azienda, considerata una delle attività di consegna di cibo più interessanti in uno dei mercati più grandi del mondo. «L’aumento della nostra partecipazione alla piena proprietà è una dimostrazione del nostro approccio disciplinato agli investimenti e riflette la nostra fiducia nel potenziale a lungo termine di iFood», ha affermato Bob van Dijk, amministratore delegato di Prosus. Il mercato però, a differenza di quello di Just Eat, non ha gradito particolarmente l’acquisizione: il titolo ha perso l’1,32%, chiudendo sotto i 63 euro.

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