Da Liftt 100 milioni per le start-up tech italiane
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AperturaStartup Lun 01 maggio 2023

Da Liftt 100 milioni per le start-up tech italiane

Il progetto di Liftt che non vuole essere un fondo di investimento ma uno scopritore di start up innovative entro 5 anni. Da Liftt 100 milioni per le start-up tech italiane
Maddalena Camera
di 
Maddalena Camera

I piani di Lift per le startup

Ha già raccolto 58 milioni di euro e a breve è previsto di raccoglierne altri 50. Questo il progetto di Liftt  che non vuole essere un fondo di investimento ma uno scopritore di progetti e tecnologie investendo  in 100 start up innovative entro 5 anni.

“In Italia chi crea tecnologie innovative solitamente non ha il know how per lanciare e gestire una azienda- spiega Giovanni Tesoriere ad di Liftt- l’idea che è alla base del progetto, nato da un’idea del presidente del Cnr Francesco Profumo, è di facilitare il trasferimento al mercato della tecnologia sviluppata negli atenei italiani”. Partito inizialmente con la Compagnia Sanpaolo e il Politecnico in posizione paritetica nella Fondazione Links, le istituzioni si sono gradualmente diluite  in Lifft  con i successivi aumenti di capitale, che hanno visto, nel tempo, l’ingresso della Fondazione Crt  e del gruppo Azimut, affiancato da alcuni imprenditori e family office. Ora Lifft vede un azionariato diffuso con 172 azionisti che partecipano al progetto con quote diverse a partire da 100mila euro.

“La maggior parte dei nostri azionisti sono imprenditori- continua Tesoriere- che vengono dunque dall’economia reale e vedono nelle aziende e nelle tecnologie che proponiamo un sicuro avvenire”. Quello  che differenzia la società da un fondo di investimento, Liftt è una holding, è la durata degli investimenti stessi.

In cosa investe

“l fondi di investimento – dice ancora Tesoriere- hanno obiettivi a 5 anni noi invece rimaniamo nei progetti per 10 o anche 15 anni. Il motivo è che investiamo in tecnologie molto innovative come il Quantum Computing o la fotonica, che ancora non hanno un mercato esteso ma che certamente lo avranno in futuro”.

Al momento la società ha già investito in 35 start up e ce ne sono altre 12 in rampa di lancio. La forza di Liftt è quella di poter dare una mano concreta allo sviluppo grazie ai project manager, circa 20, che lavorano per la società.

“I nostri manager – dice ancora l’ad- sono in grado di seguire lo sviluppo pratico di una business plan. Si tratta di un modello di business pensato proprio per l’Italia dove molto spesso chi ha brevetti e tecnologia non ha mai fatto l’imprenditore”. Tra le aziende in cui la società ha già investito  c’è, Aria Sensing (sviluppa un radar in grado di intercettare qualunque presenza umana), Betaglue (terapie anti-tumorali), Lipogems (tecnologie per processare il tessuto adiposo) , Rubber Convertion (riciclo della gomma).  Poi c’è, nella fotonica, Sub Photon e CareGlance (dispositivi di imaging in tempo reale per applicazioni biomediche e industriali).

Il portafoglio di Liftt presenta un notevole grado di diversificazione settoriale con l’idea di investire presto anche all’estero. “L’importante è scegliere bene dove investire- conclude Tesoriere- abbiamo molte richieste ma investiamo solo sullo 0,8% dei progetti che ci vengono presentati”.

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