Apple sposta in Vietnam la produzione di MacBook e iPad - V&A
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Primo pianoTech Mar 20 dicembre 2022

Apple pronta a spostare in Vietnam la produzione di MacBook e iPad

Il colosso Usa Apple è pronto a spostare in Vietnam la produzione di MacBook e iPad già entro la metà del 2023 Apple pronta a spostare in Vietnam la produzione di MacBook e iPad MARCHIO LOGO APPLE
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Apple e Foxconn si spostano in Vietnam

Apple e il suo principale partner di produzione Foxconn inizieranno a costruire il MacBook in Vietnam già entro la metà del 2023. Lo ha annunciato Nikkei Asia. Nel 2021 Foxconn ha ottenuto l’approvazione delle autorità locali per ampliare le proprie strutture situate nella provincia di Bac Giang nel nord del Vietnam: con un investimento di 270 milioni di dollari è stato completato un nuovo stabilimento destinato alla produzione di MacBook e iPad in Vietnam.  Qui Apple potrà costruire grazie a Foxconn 8 milioni di MacBook e iPad all’anno. Attualmente Apple ne produce 20-24 milioni tra le strutture in Cina dislocate a Chengdu e Shanghai. I portatili sono l’ultimo dei prodotti principali a ottenere una base di produzione fuori dalla Cina, questo a causa della enorme complessità della catena di produzione dei portatili.

Apple cerca un’opzione fuori dalla Cina

Fonti intervistate da Nikkei Asia dichiarano che «quello che Apple vuole ora è un’opzione ‘fuori dalla Cina’ per almeno una parte della produzione di tutti i suoi prodotti». Non solo. «Dopo lo spostamento della produzione di MacBook”, ha dichiarato una fonte «tutti i prodotti di punta avranno sostanzialmente un’altra sede di produzione oltre la Cina con iPhone in India e MacBook, Apple Watch e iPad in Vietnam». La fine del monopolio della Cina per la produzione di MacBook conferma la perdita del ruolo di fabbrica del mondo del Paese del Dragone. Non solo Apple ma tutte le società Usa stanno affrettando i piani di fuga della produzione fuori dalla Cina, almeno in parte. Una accelerazione obbligata dal Covid e resa indispensabile per quello che ormai sembra un nuovo ordine mondiale che ha posto fine all’era della globalizzazione libera o quasi.

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