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Primo pianoTech Gio 29 dicembre 2022

La Meloni incontrerà Intel per riaprire il dossier investimenti

"Nei prossimi giorni calendarizzerò un incontro con Intel", ha detto il premier. In ballo (almeno) 4,5 miliardi e 1.500 posti di lavoro. La Meloni incontrerà Intel per riaprire il dossier investimenti
Redazione Verità&Affari
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Il dossier Intel da 4,5 miliardi

“Nei prossimi giorni cercherò di calendarizzare un incontro con i rappresentati dell’azienda, per cercare di capire cosa possiamo fare per facilitare questo investimento”. Sono le parole che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dedicato al dossier Intel durante la conferenza di fine anno.

Si tratta di un potenziale investimento (inizialmente da 4,5 miliardi ma destinato a crescere nel tempo) nel packaging dei semiconduttori, che la multinazionale americana potrebbe realizzare nel nostro Paese, in Veneto o in Piemonte. A lavorare sul dossier era stato il governo Draghi e l’accordo sembrava a un passo.

Poi qualcosa sembra essersi fermato. Perché? Sembra che, nel frattempo, sia spuntata una candidatura alternativa, quella della Polonia. Pronta a fare i ponti d’oro a Intel per assicurarsi i 1.500 nuovi posti di lavoro collegati al progetto (e non si parla dell’indotto).

“Il nuovo anno sarà dirimente. Noi ci speriamo. Ma in questa fase è prudente non fare altre dichiarazioni”, si è limitato a dire il governatore del Veneto Luca Zaia, il 23 dicembre. Secondo le indiscrezioni la Regione, che ha messo a disposizione di Intel 300 ettari di terreno a Vigasio, nella Bassa veronese, sarebbe avvantaggiata sul Piemonte. Sempre che, ovviamente, l’investimento resti in Italia.

L’investimento fa parte di un più articolato piano di Intel, che prevede la costruzione di una fabbrica di microchip in Germania, l’apertura di un centro di ricerca e sviluppo in Francia e, appunto, un impianto di produzione del «packaging» dei microchip. Il contesto è quello di un Occidente che mira a raggiungere la propria autonomia nel settore, dove la competizione con la Cina è altissima. Una competizione nella quale Washington sta usando molte armi: dai finanziamenti pubblici alle aziende americane alle sanzioni alla moral suasion nei confronti delle aziende di Paesi amici.

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