L'allarme dei sindacati per i lavoratori Tim- V&A
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In evidenzaTlc Mer 08 marzo 2023

L'allarme dei sindacati per i lavoratori Tim: "Regalano ai fondi la rete del Paese"

Le preoccupazioni della Uil: "Chiediamo un incontro al governo, così il destino di migliaia di dipendenti è a rischio". L'allarme dei sindacati per i lavoratori Tim: "Regalano ai fondi la rete del Paese" Tim
Redazione Verità&Affari
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Tim, per i sindacati è questione occupazionale

La questione occupazionale – sono circa 42 mila i dipendenti Tim – è da sempre al centro di qualsiasi operazioni pensata o anche semplicemente abbozzata che riguardi l’ex monopolista della telefonia. Preoccupazione del governo, dei manager e ovviamente dei sindacati. Ancor di più oggi che ci sono due offerte per la rete sul tavolo.

Due offerte delle quali si conoscono alcuni dei risvolti economici – entrambe sono di circa 20 miliardi, valutano più o meno allo stesso modo Sparkle e in modo diverso la rete primaria e Fibercop che gestisce l’ultimo miglio – e che hanno come forte elemento di congiuntura la presenza dei fondi di private equity. Kkr da un lato – il fondo americano è stato il primo a fare un passo in avanti – e Macquarie dall’altro che accompagna in quest’avventura, così come in quella su Open Fiber, Cassa Depositi e Prestiti. 

La nota della Uil

Cosa che desta non poche perplessità nelle parti sociali. “Siamo fortemente preoccupati – si legge in una nota del segretario Uil Pierpaolo Bombardieri e Uilcom Salvo Ugliarolo – del modo in cui si sta gestendo il “dossier sulla Rete”, anche alla luce delle offerte arrivate per acquisire la Netco da parte di fondi internazionali. Siamo davanti a offerte per il controllo della Rete da parte di fondi stranieri che sono pronti a investire pur di prendere un asset importante come quello dell’infrastruttura di Tim ed una partecipazione in Sparkle… Tutto ciò con la complicità di Cassa Depositi Prestiti che, utilizzando le risorse dei risparmiatori, si affida al fondo Macquarie per spezzare l’ex monopolista e condannare pesantemente il destino di migliaia di lavoratori a una grossa incertezza sul loro futuro occupazionale”.

Insomma, i sindacati chiedono rassicurazioni e un incontro a Palazzo Chigi. “Da mesi – continua la nota – attendiamo un vero confronto con le istituzioni e con Palazzo Chigi. Si continua a leggere di operazioni per noi puramente finanziarie, ma non si conosce nulla sul destino delle persone che lavorano nel gruppo. Abbiamo rappresentato la nostra contrarietà ad operazioni di “spezzatino”, ribadendo a più riprese l’invito al governo a valutare altre opzioni che diano le giuste garanzie allo sviluppo della infrastruttura di rete, a una connessione per il nostro Paese, ma allo stesso tempo alla difesa dei perimetri occupazionali delle persone che ci lavorano. Purtroppo, stiamo assistendo, ad oggi, a operazioni che guardano solamente a regalare a fondi stranieri i pochi “gioielli” del paese. Una scelta che vede strizzare l’occhio, da parte della politica italiana, alle lobby, ai consulenti super pagati, a sistemi di potere che vogliono mettere le mani su una infrastruttura importante con obiettivi sicuramente diversi da quelli che vogliono far credere”.

Comitato parti correlate

Intanto, mentre a metà giornata il titolo resta inchiodato intorno alla parità, l’iter delle due offerte prosegue. Kkr ha tempo fino al 31 marzo, data fissata per la nuova scadenza, per decidere sul rilancio che gli ha chiesto il consiglio di amministrazione di Tim. Mentre è convocato per venerdì il comitato per le parti correlate che dovrà esprimersi sulla proposta di Cdp e Macquarie, visto che la Cassa è anche il secondo azionista di Tim.

C’è attesa per le parole del primo azionista. Oggi ci sono i conti di Vivendi e l’ad Arnaud de Puyfontaine dovrebbe esprimersi sulle due offerte per la rete arrivate sul tavolo. Visto che con l’uscita dello stesso de Puyfontaine, Vivendi non ha più nessun consigliere di sua emanazione nel Cda di Tim. Con ogni probabilità le due offerte verranno ritenute troppo basse. 

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