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AperturaTlc Lun 05 giugno 2023

La crisi del settore Telco porta in piazza i sindacati: margini giù e 20mila esuberi

Il 6 giugno i sindacati delle tlc hanno indetto uno sciopero unitario. Troppi i problemi del settore che rischia oltre 20mila esuberi La crisi del settore Telco porta in piazza i sindacati: margini giù e 20mila esuberi
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

La crisi del settore Telco spinge in piazza i sindacati

Va in onda domani, 6 giugno, lo sciopero unitario del settore delle tlc. Uno dei pochi, anzi forse l’unico settore del comparto servizi, dove la concorrenza ha colpito duramente in Europa e soprattutto in Italia i bilanci dei maggiori gestori. In pratica da Tim a Vodafone a WindTre nessuno si salva dai margini in calo. I pesanti investimenti nelle reti 5G e in fibra per Tim hanno fatto il resto. Il risultato è che solo Iliad vede i suoi conti migliorare perché ha solo circa mille dipendenti (e 10 milioni di clienti).

Ma anche loro iniziano comunque a chiedere integrativi più consistenti, mentre gli altri gestori Vodafone e WindTre viaggiano intorno ai 7 mila dipendenti. E Tim, che ha anche l’infrastruttura in rame e fibra,  ne ha ancora circa 40 mila. E poi c’è l’indotto che coinvolge altri lavoratori.

I dipendenti di queste società scenderanno in piazza a Roma per esprimere la loro contrarietà ai piani di scorporo di rete e servizi  già deciso da WindTre e nei progetti di Tim, i ritardi sugli obiettivi fissati dal Pnrr per banda ultralarga e reti 5G e le minacce di dumping contrattuale delle aziende di customer service in outsourcing, cioè tutti i tentativi di uscita dal contratto collettivo nazionale delle Tlc per limitare i salari e diritti.

Attesi oltre 20mila esuberi nelle tlc

Secondo i sindacati che hanno promosso lo sciopero (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil) sono a rischio reale oltre 20mila posti di lavoro diretti nel solo perimetro delle telco. La mobilitazione è contro quello che viene definito “un modello industriale sbagliato” e contro la “miopia delle aziende e l’assenza di lungimiranza dei governi nei confronti di questo settore fortemente strategico”.

Secondo Riccardo Saccone della Slc-Cgil i problemi sono molti tra cui la mancanza di un piano industriale di lungo termine. “Tutti i governi sbagliano – dice Saccone – devono cominciare a parlare con chi lavora nel settore. Le uscite dalle aziende di tlc con l’isopensione anche a 7 anni è molto costosa anche per il governo. Noi chiediamo che venga istituito un fondo per il settore tlc pagato in parte dalle aziende e in parte dai lavoratori per non perdere troppo in caso di uscite anticipati”.

Scorporo Tim molto complesso

E poi c’è un problema strategico. Per i sindacati infatti lo scorporo della rete è solo un paliativo e non la risoluzione del problema. “Per Tim lo scorporo sarà molto complicato – spiega Saccone – l’ha fatto anche WindTre ma è una scelta folle dato che adesso ha 4mila dipendenti solo per la parte servizi. Il risultato è che la società vuol vendere di tutto, non solo tlc, ma anche abbonamenti a luce e gas e le assicurazioni perché non riesce più a vivere di sola connettività”.

Comunque niente paura perché a differenza di treni e aerei dove lo sciopero generale qualche problema lo crea si riuscirà ugualmente a telefonare o usare Internet, però sarà difficile avere soluzioni in caso di guasto.

Amazon scende in campo

Intanto negli Usa c’è Amazon che avrebbe in programma di dare una spinta al ribasso alle tariffe mobili proponendo un servizio a 10 dollari al mese. Le prime conseguenze si sono viste all’uscita della notizia, che non ha avuto conferme, venerdì scorso con un brusco cambio al ribasso dei corsi di Verizon e At&T ossia i principali gestori di tlc negli Usa. Anche se il servizio venisse lanciato negli Usa, in Italia fare concorrenza sulle tariffe della telefonia mobile, sarebbe complicato anche per Amazon dato che la media delle tariffe è intorno ai 7,99 euro al mese per chiamate e un bel pacchetto di traffico dati.

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