Il ritorno di Enel nelle tlc per far concorrenza ad Open Fiber
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AperturaTlc Mar 03 ottobre 2023

Cresce la passione di Enel per le tlc. Anche senza Open Fiber

L'offerta dell'Enel fa concorrenza a quella di Open Fiber e delle altre compagnie telefoniche. Un ritorno al passato nel mondo delle tlc Cresce la passione di Enel per le tlc. Anche senza Open Fiber ENEL

Uscita dalla porta, rientra dalla finestra. La storia dell’Enel nelle telecomunicazioni si ripete. Come ai tempi di Wind. E non solo con la recente acquisizione di Melita. Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo si sta allargando a macchia d’olio nella fibra promuovendo un’offerta per navigare in maniera “ultravelocemente”. La proposta commerciale è stata lanciata ad aprile ma si sta diffondendo a diversi comuni italiani come testimoniano le mail inviate ai clienti dell’elettricità per promuovere la nuova attività. E sfrutta anche la rete dell’ex controllata Open Fiber, esattamente come altre compagnie tipo Wind o Vodafone.

Un piccolo paradosso se si pensa che nell’agosto del 2021 Enel ha ceduto il 40% della partecipazione detenuta in Open Fiber alla banca d’investimenti australiana Macquarie Asset Management e per il restante 10% a Cdp Equity. Il tutto in un’operazione che ha portato all’Enel un incasso da 2,733 miliardi di euro e una maxi-plusvalenza da 1,763 miliardi di euro. Un risultato particolarmente posititivo per la gestione dell’ex numero uno Francesco Starace. Soprattutto se si considera la delicata situazione finanziaria di Open Fiber che l’Enel, proprio ai tempi di Starace, aveva contribuito a creare, su spinta del governo di Matteo Renzi, nell’intento di fare concorrenza all’ex monopplista Telecom Italia, oggi Tim. 

La vendita è stata molto positiva per l’Enel

Il gruppo infatti non solo ha tratto beneficio dai guadagni, ma eviterà probabilmente di partecipare ad una eventuale ricapitalizzazione. Valutata 7,3 miliardi ai tempi dell’uscita dell’Enel dal suo capitale, l’azienda che sta cablando il Paese potrebbe chiudere l’esercizio 2023 con 6 miliardi di debiti

Non a caso l’ex ad di Open Fiber, Mario Rossetti, aveva battuto cassa chiedendo al governo 850 milioni, oltre ad un anticipo sui fondi del Pnrr e ad un allungamento da 20 a 30 anni della concessione sulla nuova rete in fibra. Ma l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha risposto picche chidendo la testa di Rossetti che di recente è stato sostituito dall’ex ad di Acea, l’ingegnere Giuseppe Gola. Difficile prevede che cosa accadrà, ma nulla esclude che i due soci, Cdp e Macquarie, debbano mettere mano al portafoglio per sistemare i conti di Open Fiber.

Non è la prima volta che l’Enel si lancia nelle tlc

Lo stesso progetto Open Fiber nasceva dalla volontà di arginare il monopolio di Telecom Italia sull’ultimo miglio sfruttando i contatori Enel di nuova generazione che sono per l’appunto collegati con la fibra. Ma già in passato l’Enel, nel periodo di Franco Tatò, aveva immaginato un’avventura nella telefonia. Nel 1997 il gruppo, controllato da Tesoro, diede vita a Wind  creata assieme a Deutsche Telekom e France Telecom. Il gruppo ne era poi diventato l’unico socio e l’aveva venduta nel 2005, dopo ingenti perdite, al magnate egiziano Neguib Sawiris.  

Nel Duemila fu poi la volta di Infostrada, l’operatore della telefonia fissa fondato da Omnitel, ossia Olivetti, finito poi nelle mani del gestore britannico Vodafone. Infostrada, che aveva come ad proprio Riccardo Ruggiero, venne acquisita per ben 11 miliardi di euro e per poi essere incorporata in Wind prima della cessione.  

Più di recente poi Enel è ridiventata gestore grazie all’acquisizione di Melita. Si tratta di un’operatore maltese che era entrato nel mercato italiano tre anni fa. L’Enel ne era già partner con offerte combinate per luce, gas e fibra. Poi però ha deciso di fare un passo in più. Così l’operazione, del valore di qualche milione di euro, è stata conclusa durante l’estate. Che sia l’inizio di una nuova stagione nelle tlc? Di certo per il gruppo di Cattaneo le reti intelligenti sono un futuro tutto da scrivere.   

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