Tim, Vivendi alla ricerca di un'intesa con il governo Meloni
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In evidenzaTlc Mer 17 maggio 2023

Tim, Vivendi alla ricerca di un'intesa con il governo Meloni

Il socio francese Vivendi ha proposto l'ex presidente di Leonardo Luciano carta come suo rappresentante nel consiglio di Tim Tim, Vivendi alla ricerca di un'intesa con il governo Meloni Tim
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Vivendi punta a trovare la quadra con l’esecutivo su Tim

La partita sul futuro di Tim è in pieno divenire. Le posizioni restano distanti con le offerte finora sul tavolo che non superavano la valutazione di 21 miliardi, cifra ben lontana dai 31 miliardi immaginati da Vivendi, primo socio dell’ex monopolista pubblico. Ma l’ingresso nel consiglio di Tim di Luciano Carta, già presidente di Leonardo, al posto del dimissionario Arnaud de Puyfontaine apre una nuova stagione di trattativa. 

Il nome di Carta è spuntato a sorpresa in una lettera inviata da Vivendi al consiglio di Tim per integrare il board in cui i francesi non avevano più un loro rappresentante dopo l’addio di de Puyfontaine avvenuto nel gennaio scorso. All’epoca l’uscita di scena del presidente di Vivendi dal cda di Tim segnò una vera frattura non solo con l’attuale amministratore delegato, Pietro Labriola, ma soprattutto con Cassa Depositi e prestiti, socio di Tim, nonchè azionista della rivale Open Fiber. Da quel momento nessun segnale distensivo era più giunto da Parigi.

Ora il colpo di scena. Carta non è infatti un manager qualunque. Generale della Finanza dal 2014, è stato ai vertici dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise) fino al 2020 quando il governoConte II lo nomina presidente di Leonardo in sostituzione di Gianni De Gennaro. 

Intanto si lavora all’offerta a tre modello Aspi

“Abbiamo ricevuto una lettera da Tim e stiamo lavorando con Macquarie per rispondere” ha spiegato il numero uno di Cdp, Dario Scannapieco. “Non possiamo dire che l’alzeremo” ha poi aggiunto il manager che non ha escluso la possibilità di coinvolgere anche  Kkr. L’ipotesi del resto è sul tavolo da tempo.

Sin da quando, ad inizio marzo, si sono materializzate le due offerte concorrenti (Cdp-Maquarie da un lato e Kkr dall’altro) per la rete di Tim, si è anche configurata la possibilità di un’intesa sulla falsariga di quanto accaduto per Autostrade per l’Italia in occasione dell’addio dei Benetton. E non potrebbe essere altrimenti visto che il fondo Kkr è socio di FiberCop, azienda creata nel 2021 assieme a Tim e Fastweb con l’obiettivo di velocizzare il passaggio della clientela dal rame alla fibra. Inoltre all’operazione per la rete di Tim potrebbe poi anche associarsi il fondo F2i. 

Le novità sono ben accolte dal mercato

Difficilente ci saranno novità prima del 31 maggio, quando scade l’offerta depositata da Cdp. Intanto però gli investitori hanno accolto positivamente la notizia della proposta del nome di Carta per il consiglio di Tim. la mossa francese è stata interpretata come un chiaro segnale distansivo.

Di qui il ritorno del denaro sul titolo dell’ex monopolista che ad un’ora dalla fin e delle contrattazioni guadagnava il 2,21% attestando a 0,27 euro. Certo il prezzo è ancora decisamente basso proprio per via dell’ondata di vendite che ha interessato in passato il titolo sulla scia della grande incertezza sul futuro del gruppo. 

Resta forte la preoccupazione dei sindacati

Alla fine di marzo Tim ha firmarto un accordo con i sindacati per 2mila uscite volontarie. L’intesa sfrutta lo strimento dell’isopensione che prevede fino a un massimo di 6 anni per gli uomini e 7 anni per le donne. Con una limitazione per tecnici e progettisti fino a 4 anni e mezzo.L’intesa sindacale prevede la proroga fino a novembre 2026. Ma intanto il sindacato continua a chiedere un tavolo complessivo per una progettazione di lungo periodo sull’intera filiera delle telecomunicazioni che in passato è stata il fiore all’occhiello dell’industria italiana. 

 
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