BreBeMi, in rosso da una vita. Nel 2022 perdite per 40 milioni
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BreBeMi, in rosso da una vita. Nel 2022 perdite per 40 milioni

Mai un utile nella storia della BreBeMi. Colpa degli errori nelle stime di traffico. E ora l'azienda punta ad un ritocco dei pedaggi BreBeMi, in rosso da una vita. Nel 2022 perdite per 40 milioni CASELLO AUTOSTRADALE A35 BREBEMI
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

In rosso da una vita. La BreBeMi chiude anche l’esercizio 2022 in perdita

La società che gestisce l’A35 (Brescia-Bergamo-Milano) ha archiviato lo scorso anno con un rosso da 40 milioni. Unica magra consolazione: il rosso è in miglioramento rispetto al 2021 quando era arrivato a toccare i 66 milioni a causa anche dell’emergenza Covid. Ma il problema è che siamo comque anni luce lontani da un’inversione di rotta per un’azienda che non ha mai registrato un utile nella sua storia. Basti pensare che solo negli ultimi tre anni la BreBeMi ha cumulato più di 200 milioni di perdite. Una brutta notizia per l’azionista di riferimento, , controllata da Aleatica Sau. Con il rischio concreto di dover ben presto mettere mano al portafoglio.

Eppure le premesse erano diverse

Il progetto Brebemi nasce nel 1998 per decongestionare l’A4 nel tratto tra Brescia, Bergamo e Milano lungo la direttrice est-ovest. “Il costo complessivo per la realizzazione dell’opera è di 1.611 milioni di euro. Non sono previsti contributi a carico dello Stato e l’intero investimento sarà finanziato esclusivamente con i mezzi propri della società concessionaria e attraverso il ricorso al debito. La Brebemi sarà la prima autostrada italiana interamente finanziata attraverso il ricorso al project financing” spiegava il Corriere della Sera in un articolo datato 22 luglio 2009.

Ma qualcosa è andato storto

Innanzitutto, nel corso del tempo, il costo finale dell’opera è più che raddoppiato rispetto alle iniziali stime. Inoltre le previsioni di traffico, che avrebbero dovuto garantire l’autofinanziamento, sono sbagliate. E anche di molto. L’obiettivo in fase di progettazione è infatti arrivare a 80mila veicoli al giorno. Ma la BreBeMi si ferma a 20mila. Con tariffe peraltro più elevate rispetto ad altre autostrade.

Così inaugurata il 23 luglio del 2014, la società non è mai riuscita ad arrivare al pareggio. Anzi ha dovuto districarsi per evitare il tracollo. Nel 2019 ha anche realizzato un’operazione di ristrutturazione del debito da poco meno di 1,7 miliardi. Inoltre, ha ottenuto un finanziamento di 320 milioni da Stato e Regione. E come se non bastasse ha beneficiato di un allungamento della concessione di 5 anni (da 20 a 25 anni), nonché della possibilità di realizzare il collegamento con l’A4 a Castegnato, investendo altri 60 milioni. Ma nemmen questi interventi sono riusciti a modificare lo scenario di fondo. 

Il bilancio 2022 parla chiaro

“I ricavi della gestione autostradale mostrano un incremento rispetto al 2021 (+11,2%). Esso è attribuibile, in via principale, alla ripresa dei volumi di traffico conseguente al sostanziale allentamento delle misure previste per contrastare l’epidemia da Covid-19, alla ripresa economica in atto nonché allo sviluppo infrastrutturale ed economico lungo l’infrastruttura” si legge nel documento contabile.

Ciononostante, la perdita resta consistente. “Il risultato ante imposte negativo sconta l’iscrizione di ammortamenti per complessivi 14,1 milioni di euro, oneri e proventi finanziari per complessivi 111,1 milioni di euro di cui 46,5 effettivamente liquidati. Il risultato d’esercizio evidenzia una perdita di 40,0 milioni di euro” si legge nel testo.

I debiti soffocano l’azienda

I ricavi netti da pedaggio sfiorano i 112 milioni, 10,8 milioni in più rispetto all’esercizio precedente (+10,7%). Ma mentre i costi di gestione sono sotto controllo e ammontano a circa 34 milioni. Gli oneri finanziari sono alle stelle. “La gestione finanziaria presenta un saldo negativo pari a 111,1 milioni di euro (136,8 milioni al 31 dicembre 2021). L’ammontare degli oneri finanziari maturati e liquidati nel corso dell’esercizio 2022 ammontano ad Euro 46,5 milioni (Euro 45,2 al 31 dicembre 2021) mentre gli oneri finanziari maturati per competenza ma non liquidati ammontano ad Euro 64,8 milioni (Euro 92,0 al 31 dicembre 2021)” prosegue il documento contabile.

La continuità aziendale non è in discussione. I pedaggi autostradali si. 

Ma la situazione è estremamente delicata. “Il Bilancio chiuso al 31 dicembre 2022 mostra perdite portate a nuovo per Euro 185.958.161 e
una perdita del periodo pari ad Euro 40.013.526. Le riserve disponibili utilizzabili per la copertura delle perdite cumulate ammontano a complessivi 234.230.078 euro, risulta pertanto rispettato il limite stabilito dall’art. 2446 del Codice Civile. Il patrimonio netto alla data del 31 dicembre 2022 risulta complessivamente negativo per  142.535.581 euro” spiega il documento. Intanto l’azienda ha chiesto un ritocco al rialzo delle tariffe “auspicando che la procedura di aggiornamento del PEF si concluda entro la fine del corrente anno”.

 

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