Il business delle low cost in Italia, 500 mln di contributi pagati da noi
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Primo pianoTrasporti Mer 21 settembre 2022

Il business delle low cost in Italia, 500 milioni di contributi pagati da noi

Voli in ritardo, commissioni extra ai passeggeri, scioperi e pubblicità ingannevoli. Trentacinque anni di storia e un servizio scadente Il business delle low cost in Italia, 500 milioni di contributi pagati da noi
Marco Vassallo
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Marco Vassallo

Il contributo degli aeroporti alle compagnie

Ita recupera quota sui voli nazionali e morde il freno a Ryanair. Il vettore low cost in tutta risposta annuncia in Italia un maxi investimento da 9 miliardi per potenziare gli scali e i velivoli. Si riaccende la guerra nei cieli nostrani. Dopo un’estate in cui ha regnato il caos, con decine di voli cancellati o in ritardo, le principali compagnie stanno affilando le armi per conquistare posizioni nel rinato mercato turistico. Ma quello che non tutti sanno è che a mettere il carburante nei conti dei vettori sono spesso gli stessi aeroporti, che pagano per avere passeggeri.

Milioni di aiuti

Tutte le compagnie aeree, infatti, stipulano accordi speciali con aeroporti ed amministrazioni locali “che prevedono pacchetti di sconti con i vettori, ovvero contributi in cambio di passeggeri e quindi introiti per tutto il territorio”. Al momento si stima che questi aiuti e incentivi possano superare la cifra di 500 milioni. Nel 2023 si pensa che se ne aggiungano altri 100. E a Ryanair, che trasporta 40 milioni di passeggeri l’anno in Italia, spetta sicuramente la fetta maggiore di questa torta.

Quanto paghiamo le low cost

In realtà non c’è nulla di illegale in tutto questo. Nel 2009 è stata la Commissione europea a spingere questi incentivi perché hanno il compito di promuovere l’economia dei territori. Soprattutto di quelli più periferici. Ma è la stessa Commissione a raccomandare la massima trasparenza nelle operazioni. Tra i bonus non ci sono solo i classici incentivi al traffico o quelli per l’apertura della base, ma anche sconti sull’handling e sul parcheggio. Ma anche il pagamento alla compagnia della differenza delle tasse aeroportuali per volare in uno scalo con costi più elevati e sconti ulteriori (dal 10 al 20%) se si vola negli orari non di picco. Se mancano i passeggeri sui voli sono le società di gestione, in alcuni casi, a supportare le compagnie stesse. Mentre se i viaggiatori aumentano, aumentano pure i premi delle compagnie.

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