O’Leary lancia Ryanair e demolisce il futuro di Ita
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Trasporti Mer 19 ottobre 2022

O’Leary lancia Ryanair e demolisce Ita: «Non riuscirà mai a competere»

Ita non sarà mai redditizia, Alitalia non è stata mai redditizia, ha perso soldi per 75 anni, solo una volta artificialmente con Berlusconi. O’Leary lancia Ryanair e demolisce Ita: «Non riuscirà mai a competere» MICHAEL O'LEARY AD RYANAIR
Camilla Conti
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Camilla Conti

O’Leary lancia Ryanair e va contro Ita

Ita non sarà mai redditizia, Alitalia non è stata mai redditizia, ha perso soldi per 75 anni, solo una volta artificialmente con Berlusconi ha fatto un profitto e Ita è come Alitalia. A lanciare l’ultima bordata sull’ex compagnia di bandiera, che giovedì prossimo potrebbe riunire il suo cda sul tema delle deleghe del presidente esecutivo Alfredo Altavilla, è l’esuberante amministratore delegato di Ryanair, Micheal O’Leary. Mai tenero con Alitalia è quindi tornato all’attacco per dire che «Ita perderà sempre soldi, non hanno un business plan, Delta ed Air France sono partner sbagliati, era meglio Lufthansa. Non credo che apriranno ad Ita le rotte transatlantiche». Poi O’Leary ha sottolineato che l’altro problema per Ita è che «non può competere con Ryanair in Italia e sulle rotte di corto raggio».

La compagnia irlandese ha il 40% di market share nel nostro Paese (pari al +10% rispetto al 2019) contro l’11% di Easyjet, il 10% di Wizzair e il 9% di Ita «e si avvia verso il 42-43%», ha aggiunto il manager. Che accende i riflettori anche su come la gestione della concorrente Ita sia ormai diventata «un’enorme questione politica. Non capisco il motivo, perché l’Italia è l’unico paese in Europa che insiste nell’avere una compagnia di bandiera. Air Lingus, ad esempio è controllata da British Airways», ha chiosato. Augurandosi che il nuovo governo «voglia lavorare con noi che vogliamo crescere mentre Ita sarà sempre più piccola e avrà sempre bisogno di sussidi».

Focus su Ciampino

La strategia di Ryanair, che ieri ha presentato il suo programma invernale di rotte e voli, è anche quella di puntare su Ciampino perché «Roma non può avere solo un aeroporto, sarebbe un monopolio. Bisogna investire in Ciampino, l’aeroporto deve crescere. Parlano di rumori ma noi siamo vittime a Ciampino dei vari aerei militari», ha proseguito O’Leary, scherzando poi che a «far rumore sono anche gli aerei personali di Berlusconi». L’invito al nuovo governo è dunque quello di rimuovere tutte le restrizioni sullo scalo e raddoppiare il totale degli atterraggi «da 60 al giorno che abbiamo a 100-200 al giorno. Non andremo mai a Frosinone, ci trasferiremo a Fiumicino, ma questo non sarà un bene per la città perché ci sarà solo un aeroporto e nessuna competizione tra aeroporti», ha evidenziato l’ad.

Le nuove rotte

Intanto la compagnia irlandese aggiunge altre 18 rotte da Roma, portandole quest’inverno a un totale di 70 rotte tra Fiumicino e Ciampino, e prevede 9,4 milioni di passeggeri nel suo anno fiscale che va da aprile 2022 a marzo 2023. «Con 13 aeromobili con un investimento di 1,3 miliardi di dollari inclusi 2 nuovi Boeing “Gamechanger” a Ciampino, che trasportano il 4% in più di passeggeri ma consumano il 16% in meno di carburante ed emettono il 40% in meno di rumore, Ryanair offrirà più del 10% di posti in più rispetto all’operativo invernale 2019 (pre-pandemia) e supporterà oltre 7.000 posti di lavoro in loco e nel turismo a Roma», ha spiegato O’Leary. Tra le nuove rotte da Roma Agadir, Amman, Asturie, Dublino. «Ci saranno 900 voli a settimana, oltre 7.000 posti di lavoro in loco, inclusi oltre 400 per personale di bordo», ha illustrato il manager.

I numeri in Italia

Di certo, l’Italia nel corso degli ultimi venti anni ha visto crescere gli aeroporti principali in maniera importante (da 47 a 67,5 milioni di passeggeri) ma la buona parte della crescita deriva dagli altri aeroporti (da 45,3 a 117,9 milioni) come fa notare Andrea Giuricin, docente all’Università Milano Bicocca e ricercatore per l’Istituto Bruno Leoni. Quanto alle compagnie che connettono l’Italia al resto del mondo, nel 2021 la classifica è molto chiara e le low cost giocano un ruolo essenziale.

Sullo sfondo, O’Leary ha fatto anche un punto sul trasporto aereo dopo l’onda lunga della pandemia e mentre incalza la crisi energetica. «Le tariffe basse stanno tornando in grandi volumi», ha detto precisando che «la nostra tariffa media prima del Covid era di 40 euro penso che crescerà a 50 euro nei prossimi quattro-cinque anni se il petrolio resterà sui 95-100 dollari al barile».

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