Low cost non più sostenibili, non ci saranno più biglietti a 10 euro
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ApprofondimentiTrasporti Ven 12 agosto 2022

Modello delle low cost non più sostenibile, non ci saranno più biglietti a 10 euro

Addio voli low cost: inflazione, costi della crisi e prezzo del carburante alle stelle hanno spinto fuori dal mercato i biglietti a 10 euro. Modello delle low cost non più sostenibile, non ci saranno più biglietti a 10 euro
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

La fine delle low cost

Addio voli low cost: inflazione, costi della crisi del settore e prezzo del carburante alle stelle hanno spinto fuori dal mercato i biglietti a 10 euro. Ryanair è la prima compagnia ad ammettere che si è chiusa un’era: «Voli a quei prezzi non se ne vedranno più per anni», ha confessato durante un’intervista alla radio dell’emittente britannica Bbc il capo della compagnia Michael O’Leary. «Non c’è dubbio che nella fascia più bassa del mercato, le nostre tariffe promozionali davvero convenienti, quelle da 1 euro, da 0,99 e da 9,99, penso che non si vedranno più per i prossimi anni», ha spiegato O’Leary, precisando che la tariffa media della compagnia potrebbe aumentare dai circa 40 euro dell’anno scorso ai circa 50 nei prossimi cinque anni.

La fine delle low cost?

Per addolcire la pillola, il manager ha aggiunto che Ryanair sta investendo in aeromobili più efficienti in termini di carburante. A penalizzare il comparto, ha lamentato O’Leary, sarebbero stati anche gli scioperi e la carenza di personale, sia nelle compagnie aeree sia negli aeroporti, che hanno prodotto ritardi, cancellazioni e anche qualche multa salata inflitta dalle authority. Dal punto di vista di O’Leary, però, Ryanair avrebbe gestito la situazione meglio di altre compagnie perché avrebbe cominciato a reclutare e addestrare personale di bordo e piloti già dallo scorso novembre, quando la variante Omicron stava ancora influenzando i viaggi internazionali.

L’andamento di Ryanair e Easyjet

Nei primi sei mesi del 2022, Ryanair ha cancellato lo 0,3% dei voli, rispetto al 3,5% di British Airways e al 2,8$ di Easyjet. Almeno stando ai dati della società britannica di consulenza per i viaggi aerei Oag, letteralmente Official airline guide, i cui dossier vengono rilanciati da Telegraph, Times e Sun. Con la scomparsa dei voli a meno di 10 euro Ryanair perde la sua caratteristica acchiappa viaggiatori, punto di forza che negli ultimi 20 anni ha reso la compagnia molto popolare.

I rincari delle low cost

Ma secondo O’Leary quello dei rincari è un problema che riguarderà tutte le compagnie, non solo quelle low cost, che finora avevano potuto risparmiare molto sui costi operativi per offrire tariffe estremamente basse e convenienti. Mal comune, mezzo gaudio? O’Leary stima che le persone continueranno a viaggiare di frequente, anche se i biglietti più economici spariranno. A certificare che il comparto dei voli sia quello che sta influenzando in maniera maggiore la rincorsa dei prezzi sono le associazioni dei consumatori. Sia Unc che Codacons, comparando i dati dell’inflazione di luglio, segnalano che il trasporto aereo è in vetta ai rincari. L’Unione consumatori calcola che i prezzi dei voli europei sono letteralmente decollati, arrivando a quota 168,4% rispetto al 2021 (con un’impennata anche sui voli intercontinentali, schizzati del 125,7%). Migliore, invece, la situazione dei voli nazionali, cresciuti dell’11%, anche grazie alla concorrenza dell’alta velocità ferroviaria.

Una storia da 50 anni

Il concept di compagnia aerea low cost fu introdotto per la prima volta negli anni Settanta dalla americana Southwest airlines, che contava su un solo modello di aeromobile per ridurre al minimo i costi di addestramento del personale e di manutenzione. Tuttavia, la fetta di mercato delle compagnie aeree low cost fu esigua fino al 2000, quando lo stesso modello venne implementato in Europa proprio da Ryanair, ma anche Easyjet. Che non se la passa meglio. Il direttore operativo (Chief operatig officer) Peter Bellew si è dimesso agli inizi di luglio, dopo che la compagnia aerea aveva cancellato migliaia di voli per cercare di limitare i disagi causati ai passeggeri dalla carenza di personale. Le perdite sono state stimate in 114 milioni di sterline.

La compagnia ha deciso addirittura di vendere meno biglietti per poter volare con due assistenti invece dei canonici tre. Anche Wizz Air ha registrato una pesante perdita operativa: 285 milioni di euro nel primo trimestre dell’esercizio 2022-23, rispetto ai 109 milioni di euro dell’anno precedente. Ma ha deciso di volare con una capacità superiore di circa il 30% rispetto ai livello pre pandemia, sta assumendo personale e ha incrementato i voli da e per mete che non copriva. Tutte manovre per correre ai ripari e arginare la crisi. Sperando che il modello low cost non sia definitivamente defunto, ma abbia solo bisogno di un restyling.

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