Condizionatore in hotel? A Rimini se lo vuoi devi pagartelo
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Turismo Lun 29 agosto 2022

Condizionatore in hotel? A Rimini se lo vuoi devi pagartelo

Il condizionatore dovrai pagartelo. È una delle soluzioni pensate dai gestori degli alberghi nella riviera romagnola. Condizionatore in hotel? A Rimini se lo vuoi devi pagartelo
Redazione Verità&Affari
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Il condizionatore a pagamento in hotel

A Rimini la famiglia Pazzini è titolare di due alberghi, l’Hotel Gioia e Confort. «In quest’ultimo, nel solo mese di luglio abbiamo pagato 18.000 euro di bollette luce e gas, quasi il triplo del 2021», si sono lamentati l’altro giorno i proprietari parlando con il Corriere di Romagna. «È vero che ha la cucina che lavora per entrambi e logicamente ha maggiori consumi, ma siamo davvero al limite dell’assurdo».

L’idea che la famiglia Pazzini ha avuto per provare a rientrare con i costi non farà molto piacere ai clienti. «L’estate è stata caldissima e abbiamo tenuto l’aria condizionata sempre accesa, ma se le cose andranno avanti così non si potrà che prendere contromisure: iniziamo alzandola un po’ (passiamo da 24 ai 26-26,5 gradi) consci che ci sarà qualche lamentela ma che non si può fare altrimenti e stiamo pensando di metterla a pagamento dal prossimo anno. Qualche euro al giorno per chi la vuole, così da coprire quello che è il costo per noi».

Il condizionatore a pagamento

Se tra pace e condizionatore (per riprendere il dilemma del premier Mario Draghi) scegli il primo, allora dovrai pagartelo. È una delle soluzioni pensate dai gestori degli alberghi nella riviera romagnola, che stanno vivendo una estate particolarmente difficile a causa dell’aumento dei costi dell’energia e sono già preoccupati per la prossima stagione. «Sembra fatto tutto apposta e non si capisce bene se esiste ancora “mister prezzi” al Ministero», si chiede il presidente della Federalberghi regionale Alessandro Giorgetti. «Aziende come le nostre non possono infatti reggersi in questa situazione e la risposta del Decreto Aiuti arriva a discapito degli stagionali, che non possono essere sempre la mucca da mungere: a tutt’oggi nelle bozze si dice infatti che si può usufruire del credito d’imposta solo da gennaio e per certi mesi in cui siamo chiusi, ma abbiamo subito fatto osservazioni e speriamo qualcosa cambi».

Cattive abitudini

La preoccupazione degli albergatori è quella di essere costretti a chiudere se l’aumento delle spese diventerà insostenibile. «C’è il rischio che gli utili siano erosi o addirittura spariscano e che qualcuno non riesca ad aprire, specie se lavora tutto l’anno e ha anche il riscaldamento invernale sulle spalle. Ho sentito qualcuno dire “accendo un’ora dopo”, ma non è questa la soluzione: il problema va preso per le corna, va gestita l’intera situazione».

Prima di essere costretti a pagare forse i clienti nel loro piccolo potrebbero dare una mano. Infatti secondo un sondaggio condotto da jetcost.it, la seconda principale lamentela degli albergatori rispetto ai propri clienti (dopo l’abitudine di riempire i piatti fino all’orlo ai buffet senza però finire il cibo) c’è proprio il lasciare l’aria condizionata accesa nella stanza anche quando è vuota.

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