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Primo pianoVino & Cibo Dom 26 febbraio 2023

Birra analcolica, nel 2032 un mercato da 40 miliardi di dollari

Il mercato della birra analcolica nel 2032 raddoppierà a 40 miliardi di dollari. E tutti i produttori a partire da Heineken ci puntano Birra analcolica, nel 2032 un mercato da 40 miliardi di dollari
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Birra analcolica, nel 2032 un mercato da 40 miliardi di dollari

Cresce la sete per la birra analcolica. A consacrare la nuova tendenza dello zero alcol è stato il Super Bowl (la finale del campionato della National Football League americana) in cui gruppo Heineken ha presentato la sua birra 0.0 con uno spot di 30 secondi programmato per la prima metà della partita. Protagonista l’attore Paul Rudd che, nei panni del suo personaggio Scott Lang/Ant-Man nel film Marvel Ant-Man and the Wasp: Quantumania, sorseggia una Heineken 0.0.

Come sottolineato dalla stessa multinazionale olandese (in cui nei giorni scorsi è entrato come azionista di riferimento anche Bill Gates) questa è la prima volta che una bevanda non alcolica per adulti è protagonista di una campagna pubblicitaria durante il Super Bowl, a testimonianza della crescente sensibilità di pubblico e mercato per questi prodotti alcol free.

Heineken 0.0 è stata introdotta in 100 paesi

Nell’ultimo report annuale, il gruppo olandese ha sottolineato di aver aumentato il volume del proprio portfolio low e no-alcohol del 10% raggiungendo i 15,4 milioni di ettolitri, mentre Heineken 0.0 è stata introdotta in oltre 100 Paesi. Nell’ultimo trimestre del 2022, invece, i volumi complessivi di birra in Europa, sia alcolica sia no-alcol, sono saliti dell’1,3%, a fronte di una crescita, guidata dall’Heineken 0.0, di circa il 5% dei prodotti no-alcol e sidro.

Ad Heineken fanno capo altri brand che hanno lanciato delle proposte senza alcol: Amstel che, per la sua Amstel Ultra light e l’analcolica Amstel 0.0, ha scelto come testimonial il tennista Rafael Nadal (per la prima volta volto di un un marchio di birra); Desperados con la sua Virgin (lanciata nel 2021); Laguinitas con la sua Ipa non alcolica.

Sale l’interesse per la salute soprattutto nei giovani

Motivi di questo fenomeno, secondo i dati rilevati da DataM Intelligence, si possono riscontrare nella crescita dell’interesse verso temi salutistici e una maggiore consapevolezza degli effetti negativi per la salute che possono emergere dal consumo regolare di alcol. Sottolineata anche da alcuni governi (come nel caso dell’Irlanda, che ha deciso di applicare alle bevande alcoliche etichette salutistiche). Le birre senza alcol, inoltre, vengono scelte anche perché grazie alle tecnologie riescono a essere prodotte senza andare a perdere in qualità e mantenendo proprietà organolettiche molto simili alle originali alcoliche.

Il settore pronto al raddoppio

Ma il trend è mondiale e il mercato è destinato al raddoppio in un decennio. Secondo la società di ricerca Future Market Insights, il settore passerà da un valore attuale di 20 miliardi di dollari (circa 18,6 miliardi di euro) agli oltre 40 miliardi nel 2032, con un tasso annuo di crescita del 7,8%. Nonostante l’ascesa, in termini assoluti il segmento analcolico rappresenta ancora una quota marginale su un totale mercato birra di oltre 750 miliardi di dollari.

E alla domanda crescente risponde una produzione puntuale, come sta accadendo in Europa. In base ai dati Eurostat, nei Paesi membri dell’Unione europea la produzione 2021 di birra che contiene meno dello 0,5% di alcol è risultata pari a 1,7 miliardi di litri, frutto di una crescita del 20% sul 2020, anno di stabilità sul 2019. Una progressione che fa da contraltare all’aumento del 3% – a quota 33,1 miliardi di litri – per la birra tradizionale.

In Italia cresce la quota di mercato della birra analcolica

E qualcosa sta cambiando anche in Italia. Secondo l’ultimo report di Assobirra – Associazione dei Birrai e dei Maltatori, nel 2021 il dato di consumo pro capite di birra è risultato pari a 35,2 litri, in crescita sui 31,7 del 2020 e sui 34,9 del 2019. In questo contesto, le birre no and low alcool hanno registrato una lieve ma pur rappresentativa crescita, passando da una quota dell’1,30 all’1,43% (a fronte del 17,82% delle speciali e 81,29% delle Lager). 

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