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FamigliePrimo piano Gio 22 febbraio 2024

Inflazione, la risalita di gennaio preoccupa i consumatori

Il 2024 si apre all'insegna della risalita dei prezzi, e sui listini al dettaglio incombe ora l'incubo del caro-benzina. Inflazione, la risalita di gennaio preoccupa i consumatori
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

(Teleborsa) – Il 2024 si apre all’insegna della risalita dei prezzi, e sui listini al dettaglio incombe ora l’incubo del caro-benzina, con nuovi i rialzi dei carburanti che potrebbero determinare una nuova spinta inflattiva. Secondo i dati definitivi di gennaio resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione annua è pari +0,8%, dallo 0,6% del mese precedente.

“A gennaio l’inflazione inverte il trend e dal precedente tasso dello 0,6% sale allo 0,8%: un pessimo segnale per le tasche dei consumatori, soprattutto perché i rialzi più sostenuti investono beni primari come gli alimentari, che rincarano del 5,6% su anno e dello 0,9% in un solo mese – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – Forti aumenti su base annua si registrano anche per servizi ricettivi e di ristorazione (+4,1%), mentre il carrello della spesa cresce del +5,1%. Rincari che vanno ad aggiungersi a due anni di pesante inflazione che ha ridotto la capacità di acquisto dei cittadini e modificato fortemente i consumi delle famiglie”.

Salgono i prezzi dei carburanti

“Su tale quadro incombe il caro-benzina, con gli aumenti dei listini dei carburanti alla pompa che rischiano di determinare una ondata di rincari sui prezzi dei prodotti trasportati, a partire dagli alimentari” – conclude Rienzi.

“Prosegue inarrestabile la corsa dei prezzi, che salgono dello 0,3% su dicembre. Allarmante, soprattutto, il balzo degli alimentari che rincarano in un solo mese dello 0,8% nonostante alcuni prezzi siano oramai lunari. Ora che agli agricoltori è stato ripristinato il taglio dell’Irpef agricola bisogna che il Governo prosegua con ulteriori agevolazioni e convochi agricoltori, produttori, distributori e consumatori, così da rappresentare tutta la catena che va dal campo alla tavola, facendo quegli accordi di filiera non fatti con il Trimestre Anti-inflazione. E’ inaccettabile che il latte fresco intero, nonostante oramai costi più di un litro di benzina, aumenti ancora dello 0,2% in un solo mese, addirittura +1,1% quello conservato. Che dire poi dell’olio di oliva, da mesi in testa ai rialzi annui e che sale nuovamente nonostante costi già più dell’oro fuso, +2% in un solo mese, +44,4% su base annua” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Per una coppia con due figli, l’inflazione a +0,8% significa, grazie al risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 637 euro, un aumento del costo della vita pari a “solo” 181 euro su base annua, ma il problema è che servono 466 euro solo per far fronte ai rincari del 5,8% di cibo e bevande, 489 euro per il carrello della spesa. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 124 euro, ma 423 sono per mangiare e bere, 445 euro per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media per una famiglia occorrono 335 euro in più per nutrirsi. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con 213 euro, 554 per nutrirsi e dissetarsi”, conclude Dona.

La risalita dell’inflazione a gennaio desta preoccupazione soprattutto se si considera la risalita dei prezzi nei settori primari per le famiglie. Lo afferma Assoutenti. “Nel comparto alimentare i prezzi, considerate anche le bevande, aumentano su base annua del +5,8% a gennaio – spiega il presidente Gabriele Melluso – Questo significa che solo per mettere il cibo in tavola una famiglia con due figli si ritrova oggi a spendere 466 euro in più su base annua. Per questo chiediamo al Governo di studiare misure di contrasto contro il caro-prezzi come il paniere anti-inflazione attuato lo scorso anno, in modo da tutelare i redditi delle famiglie e sostenere la spesa contrastando la crescita dei listini al dettaglio”.

I dati Istat sull’inflazione rilevano poi forti differenze a livello territoriale – analizza Assoutenti – Napoli è la città d’Italia che a gennaio vanta la crescita dei prezzi più sostenuta, con un tasso medio del +1,9%, seguita da Perugia e Trieste (+1,7%). Ben 4 città, però, sono in deflazione, ossia registrano una riduzione dei prezzi su base annua: si tratta di Modena (-0,2%), Ancona (-0,3%), Reggio Emilia (-0,4%) e Campobasso, città dove i listini scendono addirittura del -0,7% rispetto al 2023.

(Foto: Franki Chamaki su Unsplash)

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