Intesa Sanpaolo
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

 

La storia di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo è oggi la prima banca italiana e la quarta in Europa in termini di capitalizzazione. Un’offerta di servizi che non ha rivali in Italia: oltre al credito, le assicurazioni, banca d’affari (Imi),  fondi e gestione di patrimony (Fideuram ed Eurizon). Le sue radici affondano, però, in un fallimento. All’origine, infatti, c’è il Banco Ambrosiano che Roberto Calvi aveva portato al disastro perché, giocando di sponda con lo Ior diretto dal cardinale Marcinkus, l’aveva messo al centro di una ragnatela di interessi tanto fitta quanto priva di trasparenza. Il punto centrale dell’intrigo era rappresentata da un gruppo di finanziarie offshore che probabilmente Calvi utilizzava sia per finanziare lo Ior sia come garage dove depositare azioni Ambrosiano.

Con le odierne regola europee sul bail-in Intesa Sanpaolo non sarebbe mai nata. La direttiva impone un  percorso lungo e tortuoso. Niente di paragonabile con quello che avvenne nel week end fra il 6 e il 9 agosto 1982. Il venerdì sera le agenzie chiusero ancora con il marchio Banco Ambrosiano. Il lunedì mattina riaprirono come Nuovo Banco Ambrosiano. Un miracolo di cui furono protagonisti Giovanni Bazoli che aveva assunto la carica di presidente e Pierdomenico Gallo come amministratore delegato. A consentire la costruzione erano stati il ministro delle Finanze Beniamino Andreatta e il governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi. Mobilitarono un gruppo di banche pubbliche (BNL, IMI, Istituto San Paolo di Torino) e private (Banca Cattolica del Veneto, Banca Popolare di Milano, Banca San Paolo di Brescia, Credito Emiliano e Credito Romagnolo) che investirono 600 milioni di lire per la rifondazione della banca.

La ricostruzione si concluse nel 1989 con l’assorbimento di diversi istituti in crisi del Sud e la fusion con la controllata Cattolica del Veneto. Da quel momento comincia la crescita attraverso diverse fusioni. Le più importanti sono Cariplo (1998)  che trasforma il gruppo in Banca Intesa. L’anno dopo il consolidamento con il Banco di Napoli. Nel 2001 l’unione con la Banca Commerciale, la cui tradizione l’aveva fatta diventare il marchio italiano più noto all’estero. La fusione nel 2007 con l’Istituto Sanpaolo di Torino porta il gruppo guidato da Giovanni Bazoli in testa al classifiche del credito nazionale con il nome di Intesa Sanpaolo.

Questa operazione porta la firma di Corrado Passera che, tuttavia, nel 2011 sceglie la politica come ministro dell’Industria nel governo di Mario Monti. Un’esperienza che si concluse nel 2013. Intanto, la guida della Banca viene assunta da Carlo Messina il cui mandato è stato appena rinnovato fino al 2024. La presidenza è passata a Gian Maria Gros Pietro, mentre a Giovanni Bazoli è stata assegnata la carica, assolutamente inedita, di presidente emerito. Le ultime acquisizioni riguardano le banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e poi  l’Opa su Ubi il 18 febbraio 2020, poche settimane prima che arrivasse l’emergenza Covid. Oggi il gruppo conta su 4,700 sportelli(3.725 in Italia) , una raccolta di 549 miliardi con oltre sette milioni di clienti.