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AutoPrimo piano Mar 23 maggio 2023

Acea, con Euro 7 stangata da 2mila euro per gli automobilisti

L'associazione europea dei costruttori di auto lancia l'allarme: "La nuova tecnologia si tradurrà in un forte aumento dei prezzi dei veicoli" Acea, con Euro 7 stangata da 2mila euro per gli automobilisti AUTO AUTOMOBILI SPORTIVE LUSSO
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Acea, con Euro 7 stangata da 2mila euro per gli automobilisti

Il nuovo standard Euro 7  che vuole imporre l’Unione europea aumenterà i costi di produzione con una forte ricaduta sui prezzi di auto, furgoni, camion e autobus. Uno studio di Frontier Economics commissionato da Acea, l’associazione che raggruppa i costruttori europei di auto, calcola che il costo in più a livello industriale supererà i 2.000 euro per quanto riguarda auto e furgoni con motore a combustione interna, e  quasi 12.000 euro per i camion e gli autobus diesel.

Le cifre sono da 4 a 10 volte superiori alle stime della Commissione nella sua valutazione d’impatto dell’Euro 7 (180-450 euro per auto e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus).

Gli aumenti tra l’altro comprendono solo i costi diretti di produzione, principalmente per le attrezzature e gli investimenti. È importante notare quindi che questi costi aggiuntivi non corrisponderanno ai prezzi di acquisto e per gli utenti finali la stangata sarà ancora maggiore.

Di più: oltre ai costi diretti, la proposta dell’Euro 7 comporterà costi indiretti, come l’aumento del consumo di carburante. Nel corso della vita di un veicolo, i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20.000 euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per le auto e i furgoni. Tutto ciò equivarrebbe ad una forte pressione finanziaria sui consumatori e sulle imprese in un periodo di alta inflazione e di aumento dei prezzi dell’energia.

Una misura inutile e controproducente

“Già oggi, sottolinea l’Acea, con le norme Euro 6, si sono raggiunti gli  standard più completi e severi al mondo in materia di emissioni inquinanti come Nox e particolato – ha spiegato Sigrid de Vries, direttore generale dell’Acea. – E le emissioni di gas di scarico sono già a un livello appena misurabile grazie alla tecnologia dei veicoli all’avanguardia”.
“Siamo impegnati a ridurre ulteriormente le emissioni – ha aggiunto de Vries, – tuttavia  Euro 7 non è  il modo giusto per farlo, in quanto avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a fronte di un costo estremamente elevato. – Inotre ciò distoglierebbe risorse per la  transizione verso l’elettrificazione che consentirà di ottenere maggiori benefici per l’ambiente e la salute, sostituendo al contempo i veicoli più anziani sulle strade dell’Ue con modelli Euro 6 altamente efficienti”.

Sette Paesi contro Euro 7

Le stime di Acea rafforzano il fronte dei Paesi che ha chiesto all’Unione europea un ripensamento su Euro 7.  L‘Italia, con altri 7 Paesi europei ha infatti appena  firmato un documento inviato a Bruxelles per illustrare proprio le principali preoccupazioni comuni in merito alla nuova tecnologia. Gli altri Paesi firmatari sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria.

“Il nuovo standard appare irrealistico – ha sottolineato il ministro Salvini, annunciando l’iniziativa. – Inoltre, la normativa potrebbe avere effetti negativi sugli investimenti delle case automobilistiche che sono già alle prese con i loro progetti di elettrificazione”. Nel documento, i Paesi firmatari chiedono una proroga dei termini temporali previsti dalla normativa e fissati attualmente al 2025 per auto e furgoni e al 2027 per i veicoli pesanti. Inoltre, viene anche ribadita la necessità di dover valutare correttamente l’impatto di Euro 7 anche sul comportamento dei consumatori. Per i firmatari, solo una normativa equilibrata fornirà un contributo positivo per la protezione dell’ambiente senza mettere a repentaglio il futuro dell’industria automotive europea.

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