Taxi, indagine Antitrust: aumentare numero licenze e flessibilità dei turni
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Primo pianoTrasporti Mer 06 marzo 2024

Taxi, indagine Antitrust: aumentare numero licenze e flessibilità dei turni

Per migliorare il servizio taxi, l'Antitrust ha suggerito nelle proprie segnalazioni l'adozione di alcune misure correttive Taxi, indagine Antitrust: aumentare numero licenze e flessibilità dei turni
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari
Continua l’attività dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel settore del servizio taxi. Già ad agosto 2023 l’Antitrust aveva inviato una prima richiesta di informazioni ai Comuni di Milano, Napoli e Roma e alle principali cooperative e piattaforme per la prenotazione dei taxi al fine di valutare le condizioni di fornitura del servizio e far luce sui gravi disservizi riscontrati dall’utenza.
 
Terminata l’analisi delle informazioni acquisite, l’Autorità ha inviato una segnalazione ai suddetti tre Comuni in cui venivano evidenziate alcune importanti criticità come la strutturale insufficienza delle licenze per soddisfare la domanda (che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi); una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità; un’eccessiva rigidità del regime dei turni.
 

I rilievi dell’autorità

Il 17 novembre 2023 l’AGCM ha rivolto un’altra richiesta di informazioni ai Comuni e alle cooperative di taxi di Bologna, Firenze, Genova, Palermo e Torino. Nel Comune di Palermo è emersa la strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni, mentre nel Comune di Firenze è risultata la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio, per cui l’Autorità ha deciso di inviare ai medesimi una segnalazione in cui sono state evidenziate tali criticità. Viceversa nei Comuni di Bologna, Genova e Torino non sono emerse particolari criticità nell’offerta del servizio, per cui non è stata inviata loro alcuna comunicazione.

I rimedi dell’autorità

Inoltre, per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi, l’Antitrust – anche in base a quanto sperimentato in alcuni Comuni – ha suggerito nelle proprie segnalazioni l’adozione di alcune misure correttive. Innanzitutto, occorre adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset (n. 104/2023 convertito nella legge 9 ottobre 2023, n. 136), all’uopo adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze.

In secondo luogo, è necessario rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio.

Le ipotesi di lavoro

Secondo l’Autorità andrebbero altresì adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni. In tal senso, ad esempio, a Firenze – nei periodi di maggior domanda – i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee. Si ricorda che il taxi sharing è obbligatorio quando almeno tre utenti sono diretti verso la stessa zona di destinazione.

Infine, nell’ottica di mantenere un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per svolgere questo particolare servizio.

(Teleborsa) 

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