Trabattoni (Kairos): le banche sono ancora da comprare?
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AperturaMercati Gio 01 giugno 2023

Trabattoni (Kairos), "banche ancora da comprare? Rischi e opportunità"

Secondo Trabattoni (Kairos) ci sono "diversi elementi di cautela da monitorare". Il primo? Il timing per la remunerazione ai depositi Trabattoni (Kairos), "banche ancora da comprare? Rischi e opportunità" Massimo Trabattoni
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

Le quotazioni hanno corso tanto e gli utili smetteranno di crescere

Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos nel report mensile “Italian Times” si occupa di banche. Spiega che dopo un primo trimestre in forte ripresa il mese maggio non è stato altrettanto brillante e giugno si annuncia in discesa.  Non certo una buona notizia per Piazza Affari considerando il peso delle banche sull’indice Ftse Mib

Primo trimestre brillante

“L’inizio dell’anno -scrive Trabattoni- ha confermato le aspettative di buoni risultati per le banche europee (così come per quelle americane). Gli utili sono stati superiori alle attese ed in molti casi sono state alzate  le stima  sul 2023. Il risultato è frutto di un margine d’interesse molto solido e di accantonamenti piuttosto contenuti:. La remunerazione dei depositi, invece, è rimasta invariata”

Ora serve prudenza

“Da qui in avanti però l’approccio è inevitabilmente destinato a diventare più selettivo. Il  mercato inizia a chiedersi se gli utili del primo trimestre siano o no al top”

Che cosa guardare?

“Vi sono diversi elementi di cautela da monitorare. Il primo consiste nel timing con cui le banche inizieranno a corrispondere una remunerazione ai depositi comprimendo  il margine d’interesse netto. Il  secondo è la stretta creditizia (indotta dai fallimenti delle banche regionali americane e di Credit Suisse) che potrebbe accentuare il rischio di una recessione, con conseguente aumento degli accantonamenti e del costo del rischio. Infine dal secondo trimestre i titoli bancari inizieranno ad avere dei termini di paragone anno su anno più difficili da battere dal momento che l’aumento dei tassi si è concentrato dal secondo trimestre del 2022″

Piccolo non è bello

La preferenza  per banche di grandi dimensioni rispetto a quelle più piccole. Una scelta che inevitabilmente penalizza le PMI, percepite da qui ai prossimi mesi come più rischiose. Questo aiuta a spiegare la sottoperformance che nel corso del mese  ha caratterizzato le mid e le small cap rispetto ai titoli a maggiore capitalizzazione: infatti a maggio il Ftse Mid Cap ha conseguito un -0.8% (+9.7% da inizio anno), l’Aim -0.7% (-0.6% da inizio anno) e lo Star -1.2% (+3.7% da inizio anno ). Il fattore determinante per chiudere questo divario  è una maggiore fiducia nella tenuta del Pil e di conseguenza una maggiore visibilità sull’andamento delle variabili economiche chiave a livello globale.

La Fed e la Bce

“In questo senso -aggiunge Trabattoni- la possibilità che almeno in America il ciclo di rialzo dei tassi possa proseguire ad una velocità più ridotta (o addirittura interrotto) nei prossimi mesi costituirebbe un segnale incoraggiante. Non solo per gli asset maggiormente impattati dal costo del denaro(utilities, tecnologia) ma anche per le mid e small cap, che soprattutto nel caso dell’Egm  tendono ad esibire una correlazione positiva con i fattori growth e quality.”

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