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AutoPrimo piano Sab 01 luglio 2023

I produttori di auto mettono le ali ad un business da 90 miliardi

Stellantis, Toyota, Hunday e Geely: in Europa, Oriente e Stati Uniti i costruttori si stanno impegnando nel settore eVtol, le vetture a decollo verticale I produttori di auto mettono le ali ad un business da 90 miliardi
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Le auto mettono le ali

Chi, nel pieno del caos cittadino, non ha sognato di mettere le ali alla propria auto? Ebbene, per certi versi questo è già possibile. Secondo le previsioni della società di consulenza Roland Berger, il mercato degli eVtol (electric vertical take-off and landing), ovvero le macchine volanti, potrebbe raggiungere i 90 miliardi di dollari entro il 2050, con una flotta globale di oltre 160.000 veicoli. Un’opportunità che i costruttori automobilistici non vogliono lasciarsi sfuggire. L’obiettivo è appunto quello di offrire una soluzione alternativa ai problemi di congestionamento del traffico urbano, ma non solo., sfruttando lo spazio aereo per trasportare persone e merci in modo rapido, sicuro e sostenibile.

Le Case che mettono le ali

La casa automobilistica cinese Xpeng fa sul serio: con la sua sussidiaria Ht Aero vuole mettere in commercio in tempi brevi la sua auto volante. La produzione è attesa per il 2024. I rotori del veicolo potranno venire ripiegati, con un sistema meccanico, in modo da trasformare la HT Aero in un’auto perfettamente adatta alla guida su strada.  L’auto sarà dotata di alcuni dispositivi di sicurezza, inclusi alcuni paracaduti. Per trasformare il suo progetto in realtà la HT Aero e Xpeng hanno raccolto investimenti per oltre 500 milioni di dollari. Rimanendo in Cina non può mancare il colosso Geely che in partnership con l’azienda tedesca Volocopter pioniera della mobilità aerea urbana ha presentato al Salone di Shanghai il taxi aereo elettrico 2X.

Stellantis a decollo vericale

Ma le presentazioni si susseguono. La startup Archer Aviation nata dall’intesa tra Stellantis e Archer ( startup americana specializzata  nella produzione di eVtol) ha già portato alla creazione dei primi prototipi volanti del Midnight eVtol, una sorta di grande drone elettrico presentato a Parigi e che dovrebbe entrare in servizio nel 2025. L’obiettivo è quello di garantire voli di andata e ritorno su tratte di 30 chilometri con un tempo di ricarica di 12 minuti con a bordo un pilota e quattro passeggeri con i rispettivi bagagli, tipicamente in ambiti urbani.

La corsa in Giappone

Un’altra azienda che punta la cielo è Toyota, che all’inizio del 2020 ha investito circa 340 milioni di euro nella startup Joby Aviation, artefice di una skycar immaginata come taxi. Toyota fornisce a Joby il suo supporto nella produzione, nell’ingegneria e nella qualità dei materiali. Joby ha già ottenuto la certificazione della FAA (Federal Aviation Administration) per il suo eVTOL e conta di iniziare le operazioni commerciali nel 2024.  E poi c’è Hyundai, che ha presentato nel 2020 il suo concept S-A1, frutto della collaborazione con Uber Elevate. Si tratta di un’auto volante a quattro posti, con sei eliche rotanti che gli permettono di decollare e atterrare verticalmente.  Hyundai prevede di produrre il S-A1 in serie entro il 2028 e di offrirlo come servizio di taxi aereo nelle grandi città. Dal canto suo  Suzuki. ha fatto spere che collaborerà con SkyDrive allo sviluppo e alla vendita di velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticali.

“Vertiporti” attorno alle città

C’è chi sta già pensando a strutture, accanto alle grandi città, come base per questi aerotaxi elettrici a decollo e atterraggio verticale. Servono infatti infrastrutture apposite, dei “mini aeroporti” per questi velivoli. Un primo esempio, realizzato con collaborazione con Hyundai è stato mostrato nel Regno Unito. Ma qualcosa si muove anche in Italia. Di recente, per esempio, era emersa la notizia di una intesa tra Aeroporti di Milano e Skysports  per valutare l’opportunità di sviluppare e gestire un network di questi vertiporti in Italia. E. Aeroporti di Roma, Aeroporto di Venezia, Aeroports de la Cote d’Azur e Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna hanno deciso di costituire una nuova società chiamata “Urban Blue” che si occuperà dello sviluppo delle infrastrutture di mobilità aerea urbana a livello internazionale. Questi vertiporti  permetteranno ai futuri velivoli elettrici a decollo ed atterraggio verticale di poter collegare gli aeroporti con i centri abitati e favorire, così, la mobilità intra-city, agevolando il decongestionamento del traffico nei centri urbani.

Tuttavia, c’è molto lavoro da fare prima che questi velivoli possano davvero essere utilizzati per i servizi di trasporto di persone. Ci sono innanzitutto problemi di natura legislativa visto che dovranno essere create delle regole apposite per il loro utilizzo. Inoltre, i modelli sino a qui presentati sono per la maggior parte dei casi dei prototipi. Le Case automobilistiche promettono la produzione in serie in tempi brevi ma per il momento occorre rimanere con i piedi piantati per terra.

 

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