Da Esselunga ai colossi della logistica, la frode fiscale sul lavoro in affitto
Uno schema ripetuto per evadere l'Iva e abbattere il costo del lavoro. Sono almeno altre 15 le inchieste della procura lombarda TRIBUNALE DI MILANO PALAZZO DI GIUSTIZIALo schema della frode fiscale sul lavoro in affitto
Un metodo rodato per evadere l’Iva e frodare il fisco tramite l’utilizzo del lavoro interinale. L’indagine su Esselunga che ha portato ieri al sequestro di 48 milioni di euro al gruppo della grande distribuzione è solo l’ultima di una lunga serie di inchieste condotte dalla procura di Milano. Sono infatti almeno altre 15 le inchieste aperte dalla procura del capoluogo lombardo dove lo schema si ripete più o meno identico. A volte, con gli stessi protagonisti.
Le altre inchieste
I casi li riassume la stessa procura milanese. Si va dal colosso della logistica Dhl Supply Chain (Italy) al gruppo Gls. Alla Spumador spa, il Salumificio Beretta, il gruppo dell’agroalimentare Spreafico spa, Movimoda. E ancora le multinazionali Uber, Tnt, Lidl. La Fiera Milano, Schenker, Aldieri spa, il gruppo Cegalin – Hotelvolver, Brt, Geodis.
I “serbatoi” di manodopera
Nel caso di Esselunga, sono indagati l’ex direttore finanziario Stefano Ciolli, il suo successore (in carica) Albino Rocca e la società ai sensi della legge 231. Lo schema ricostruito dalle indagini della procura è il seguente: una serie di società “serbatoio”, cooperative o srl, che fornivano la manodopera e si avvicendavano trasferendo i lavoratori dall’una all’altra. Omettendo i versamenti Iva e spesso manipolando le buste paga. Le società “filtro”, in genere consorzi, che rifatturavano le prestazioni ai committenti finali. E infine il committente, la grande azienda che stipulava i contratti con le società filtro (o direttamente con i “serbatoi”).
L’abuso dei benefici
Per Esselunga, “la società committente, azienda leader nell’ambito della grande distribuzione organizzata, abusa dei benefici offerti dal sistema illecito. Neutralizzando il proprio cuneo fiscale mediante l’esternalizzazione della manodopera e di tutti gli oneri connessi. Ciò comporta l’utilizzo di fittizi contratti d’appalto per prestazioni di servizi che, invero, dissimulano l’unico, reale oggetto del negozio posto in essere tra le parti. Ossia la mera somministrazione di personale effettuata in violazione delle norme che ne regolamentano la disciplina”.
Figura chiave
Una figura chiave è quella di Fabrizio Cairoli, imprenditore. Citato nelle carte dell’inchiesta Esselunga, è coinvolto in almeno altre due indagini simili: Spreafico e Fratelli Beretta. Cairoli figura nelle indagini come “amministratore di fatto” di una serie di cooperative o srl. Le società “serbatoio” di manodopera dello schema fraudolento.