M&A in calo in Italia, il grosso delle operazioni le fanno gli stranieri
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EconomiaIn evidenza Sab 03 febbraio 2024

M&A in calo in Italia, il grosso delle operazioni le fanno gli stranieri

Il sesto Global M&A Report di Bain & Company evidenzia come molti degli asset che non sono entrati sul mercato lo scorso anno. M&A in calo in Italia, il grosso delle operazioni le fanno gli stranieri
Redazione Verità&Affari
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Il mercato globale delle fusioni e acquisizioni ha subito una contrazione del 15% a 3.200 miliardi di dollari, toccando i minimi del decennio. Questo trend è legato al rialzo dei tassi d’interesse, all’incertezza macroeconomica ma soprattutto al divario nelle valutazioni. Con un multiplo delle operazioni strategiche complessive pari a 10,1 volte, il più basso degli ultimi 15 anni. Ecco cosa emerge dal sesto Global M&A Report di Bain & Company che evidenzia tuttavia come, molti degli asset che non sono entrati sul mercato lo scorso anno, alimenteranno l’attiva attività di fusione e acquisizione nel 2024.

“Il calo dei multipli delle operazioni ha creato un’atmosfera di attesa lo scorso anno. Tuttavia – spiega Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain & Company – le megaoperazioni realizzate nella seconda metà del 2023 sono un possibile indicatore del fatto che gli operatori siano pronti a guardare avanti. Quest’anno, gli acquirenti puntano su un crescente accumulo di operazioni. La necessità di liquidità motiverà alcuni player, mentre altri cederanno asset rimodellando i loro portafogli”. La flessione nell’attività di M&A registrata a livello globale ha interessato anche l’Italia, con il valore strategico delle operazioni che si è attestato a 28 miliardi di dollari nel 2023, in contrazione del 12% rispetto all’anno precedente, così come il volume delle operazioni (-8%).

“Anche il mercato nazionale è stato trainato da un’intensa attività nella seconda metà dell’anno – prosegue Serlenga –. Il calo è stato generalizzato, ma due settori in particolare hanno messo a segno una performance brillante: quello della salute e Lifescience e il mondo delle telecomunicazioni, cresciuti rispettivamente del 505% e del 237%. Per la prima volta dal 2014, però, nel nostro mercato lo scorso anno non è stata registrata nessuna mega-operazione (superiore ai 5 miliardi di dollari)”.

A livello globale, il valore dei deal tecnologici è diminuito di circa il 45% mentre le valutazioni medie sono scese dai 25x del 2021 a 13x nel 2023, ponendo un freno alle operazioni strategiche. Molte aziende hanno comunque mantenuto elevati livelli di screening proattivo delle operazioni e due diligence, anche se il numero di operazioni è diminuito. “La storia – rileva Bain & Company – ci insegna che le recessioni e i periodi di volatilità creano sempre player che, sfruttando le turbolenze per guadagni di mercato, si rafforzano e vincono le turbolenze di mercato”.

Guardando all’anno in corso, secondo la ricerca di Bain, assisteremo a più operazioni, se non altro perché ci sono molti asset disponibili sul mercato. Tuttavia, non sarà un anno senza ostacoli: nell’attuale contesto regolatorio, i processi di approvazione per questo tipo di operazioni diventano notevolmente più lunghi e meno prevedibili. Basti pensare che la maggior parte delle operazioni si chiude entro circa tre mesi. Ma il tempo medio per raggiungere un esito regolamentare per le operazioni è ora di 12. Le aziende che guardano a fusioni e acquisizioni di grandi dimensioni dovranno quindi adottare un approccio ancora più convinto e determinato per portarle avanti.

“Tra le varie sfide che aspettano il settore, vale la pena citare la GenAI, che muterà profondamente il mercato: mentre solo il 16% degli esperti intervistati da Bain – conclude Serlenga – sta attualmente utilizzando questa tecnologia nei processi di fusione e acquisizione, l’80% prevede di farlo entro i prossimi tre anni”. (Teleborsa) 

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