Quanto costa un figlio ogni mese? Quasi 500 euro
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ApprofondimentiFamiglie Ven 20 ottobre 2023

Quanto costa un figlio ogni mese? Quasi 500 euro

L'Osservatorio Findomestic segnala che il costo medio per famiglia italiana di un figlio sfiora i 500 euro al mese Quanto costa un figlio ogni mese? Quasi 500 euro
Redazione Verità&Affari
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Quasi 500 euro (per la precisione 462): è quanto spendono gli italiani al mese per ogni figlio che abita in famiglia, il 15% in più rispetto a un anno fa. i costi che incidono di più sono quelli legati all’abbigliamento, alle spese scolastiche e agli alimentari percepiti dal campione come i settori maggiormente colpiti dai rincari. Seguono nella classifica degli aumenti, viaggi, trasporti e salute.

E’ quanto rileva l’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic (Gruppo Bnp Paribas) dal quale emerge che anche se in aumento, solo il 14% taglia le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, il 36% rinvia altri acquisti per la famiglia, il 32% rinuncia ad altre spese. Le motivazioni di natura economica incidono sulla scelta di avere o meno figli: tra chi non ne ha oggi, 4 su 10 non ha intenzione di averne in futuro. Chi ha figli e chi non li ha è d’accordo sulla necessità di maggiori sostegni economici da parte dello stato per sostenere la genitorialità (53%), mentre per chi non è ancora genitore anche la stabilità lavorativa (55%) o il sostegno nelle spese per asilo o baby-sitter (51%) rappresentano elementi chiave per avere un figlio.

“L’inflazione – commenta Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale Findomestic – rappresenta costantemente da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani seguita dal calo del potere d’acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell’inflazione, 8 su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire. Elementi – conclude Zeitoun – che contribuiscono a frenare la propensione al consumo e all’aumento percentuale di chi guarda al futuro con pessimismo (59% dal 50% di giugno)”.

Intenzioni d’acquisto 2023 in altalena

Le intenzioni d’acquisto dei prossimi 3 mesi rilevate dall’Osservatorio Findomestic alla fine di settembre risultano nuovamente in calo dell’8% dopo la risalita di fine agosto (+6,1%). Da inizio 2023 l’andamento delle intenzioni d’acquisto è sempre stato altalenante con 4 mesi in negativo e 5 in positivo, raggiungendo il suo picco a marzo. Il dato negativo di ottobre è determinato dalle ristrutturazioni (-21%) che risentono dello stop al superbonus e dal mercato delle auto usate (-18,3%) che, però, nei primi 9 mesi ha mostrato particolare vivacità.

Di nuovo in calo anche la propensione all’acquisto di tecnologia, un mercato in fisiologico rallentamento dopo anni molto positivi per le vendite: male le intenzioni d’acquisto di fotocamere (-16,1% di intenzioni d’acquisto), PC (-7,9%) e smartphone (-7,4%), mentre tablet e TV rimangono in linea con il mese precedente. L’avvicinarsi dell’inverno penalizza le “due ruote” (motoveicoli -8,3% ed e-bike -4%) e non invoglia ad acquistare attrezzature sportive (-8%) e per il fai da te (-6,3%). Al contrario, i monopattini elettrici guadagnano l’8,1%.

Meno auto, più viaggi

La flessione delle intenzioni d’acquisto è limitata per le auto nuove (-2,1%), mentre tornano in territorio positivo i viaggi (0,6%) in vista delle prossime vacanze natalizie. L’incombere della stagione fredda spinge, invece, in positivo la volontà di acquistare pompe di calore (+12,2%), caldaie a biomassa o condensazione (8,5%) e impianti di isolamento termico (+5,3%). In crescita per il secondo mese consecutivo anche l’intenzione di acquistare mobili (+1,3%), anche se la percentuale degli interessati è di quasi 6 punti inferiore rispetto a quella raggiunta a marzo. Bene anche i piccoli elettrodomestici (+6%) mentre i grandi cedono l’1%.

Infine, oltre 3 italiani su 10 (31%) prendono in considerazione di acquistare nei prossimi 3 mesi un bene a rate, in risalita di 6 punti percentuali rispetto a quanto rilevato alla fine del luglio scorso. Tra questi la maggioranza (42%) predilige il finanziamento diretto sul punto vendita.

(Foto: © Giuseppe Porzani / 123RF)

(Teleborsa) 

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