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ApprofondimentiGoverno Mer 12 aprile 2023

Dal Def tagli al cuneo fiscale per 3 miliardi. E nel 2024 altri 4 miliardi per ridurre le tasse

Tutti i numeri del primo Def del governo Meloni: tre miliardi a disposizione per tagliare il cuneo fiscale ai redditi medio-bassi Dal Def tagli al cuneo fiscale per 3 miliardi. E nel 2024 altri 4 miliardi per ridurre le tasse GIORGIA MELONI PREMIER
Redazione Verità&Affari
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Tutti i numeri del Def

Tre miliardi per tagliare il cuneo fiscale ai redditi medio-bassi, una crescita del Pil rivista al rialzo rispetto a novembre e un percorso di contrazione del debito pubblico avviato e costante fino al 2026. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza, il primo del governo Meloni. Vediamo tutti i punti salienti.

“Il governo oggi ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa”, ha commentato la premier Giorgia Meloni. La premier, in CdM, ha anche sottolineato l’importanza di intervenire in favore delle famiglie per sostenere la natalità: “Bisogna porsi il problema del calo demografico e delle nuove nascite”. 

Giù il cuneo fiscale

Tre miliardi per aumentare il potere di spesa delle famiglie con redditi medio-bassi da subito, già a partire da maggio e fino a dicembre. È l’obiettivo che si pone il governo, che ieri ha promesso un intervento “di prossima attuazione”. Per farlo viene aumentato il deficit: a fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del Pil, viene infatti mantenuto l’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento). In questo modo vengono ricavati i tre miliardi da mettere a disposizione delle famiglie.

“Credo sia un bel segnale che tutto quello che il governo riesce a risparmiare e avere in disponibilità economica vada a essere investito in maniera decisa nel mondo del lavoro”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura e la Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Critiche invece le opposizioni. Il senatore Pd Cottarelli lo definisce in modo sprezzante, su Repubblica, “un tesoretto” dalla provenienza poco chiara. Mentre i 5 Stelle hanno detto che “usare il Def per fare politica spicciola è un livello a cui nessun Governo era fino a oggi arrivato”. 

4 miliardi per ridurre le tasse

In accompagnamento al Def, il governo ha spiegato in un comunicato stampa che, nel 2024, saranno a disposizione 4 miliardi per tagliare le tasse. “Per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per cento del Pil creerà uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil”.

Cifre che, continua il governo, saranno destinate “al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente”. La previsione contenuta nel Def, inoltre, è che la pressione fiscale nel corso della legislatura ridurrà progressivamente: dal 43,3 nel 2023 al 42,7% entro il 2026.

Debito e deficit

Nel 2022 il rapporto debito/PIL è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del DPB dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023, al 142,1%, nel 2024, al 140,9% nel 2025, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026.

Il Def punta anche a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al Pil. Coerentemente con questo obiettivo, il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre: 4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026.

Pil

Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il Pil è previsto crescere dello 0,9 per cento nel 2023 (programmatico 1) ― dato rivisto al rialzo in confronto al DPB di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6 per cento ― dell’1,4 per cento nel 2024 (programmatico 1,5) dell’1,3 per cento nel 2025 e dell’1,1 per cento nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico).

La stima per il 2024 viene pertanto rivista al ribasso (dall’1,9%) in confronto allo scorso novembre. La proiezione per il 2025 è in linea con il DPB, mentre la decelerazione prevista per il 2026 è dovuta a prassi metodologiche concordate a livello di Unione europea.

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