Fmi, l'economia mondiale crescerà meno del 3%
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ApprofondimentiEconomia Gio 06 aprile 2023

Fmi, l'economia mondiale crescerà meno del 3%. L'inflazione? Un nemico da combattere

Intanto per Tesoro, "il pil tendenziale si attesterà nel Def allo 0,9% e l'asticella del deficit, sempre tendenziale, sarà invece al 4,35%" Fmi, l'economia mondiale crescerà meno del 3%. L'inflazione? Un nemico da combattere GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

L’economia mondiale crescerà meno del 3% nel 2023

“La crescita resta debole rispetto agli standard storici”. Lo ha fatto sapere il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Il peggio è che, secodo l’Fmi, l’attività economica sta rallentando sia negli Stati Uniti che nell’area euro. Colpa anche della politica dei tassi restritiva che sta pensando sulla domanda.

Così, secondo l’Fmi, la crescita mondiale resterà intorno al 3% per i prossimi cinque anni. La “nostra stima di medio termine più bassa dal 1990 e ben al di sotto del +3,8% degli ultimi due decenni. Questo rende più difficile ridurre la povertà , risanare le cicatrici della crisi del Covid e offrire nuove e i migliori opportunità per tutti”, spiega.

L’inflazione resta un nemico

“Non ci può essere una robusta crescita senza stabilità dei prezzi o senza stabilità finanziaria” prosegue l’economista, sottolineando come la lotta all’inflazione è divenuta più complessa con le recenti pressioni sul settore bancario negli Stati Uniti e in Svizzera. Tensioni che comunque hanno messo in evidenza “la lunga strada fatta dalla crisi del 2008. Le banche sono più forti e resilienti”.

Nonostante le pressioni sulla domanda e il rallentamento economico in atto, l’esperta ritriene che comunque “le banche centrali dovrebbero continuare ad alzare i tassi di interesse per combattere l’inflazione usando però politiche finanziarie per assicurare la stabilità dei prezzi“.

Ma il rischio dietro l’angolo è che la politica restrittiva sui tassi crei anche problemi agli istituti di credito che potrebbero subire una nuova ondata di crediti inesigibili legati alle difficoltà del mondo delle imprese. 

Le stime del Tesoro sono prudenti

Per il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, “il pil tendenziale si attesterà nel Def allo 0,9% e l’asticella del deficit, sempre a livello tendenziale, sarà invece al 4,35%“. Fonti del ministero dell’Economia hanno poi evidenziato come il lavoro vada avanti a via XX Settembre in base all’approccio “prudente” già dimostrato dal ministro Giorgetti in occasione della Nadef e della legge di bilancio.

Per il governo, la prudenza è sinonimo di serietà rispetto all’Europa e alla situazione dei conti pubblici italiani e il governo continuerà su questa strada. Il Def è atteso in consiglio dei ministri martedì della prossima settimana.

Ma per gli analisti di Axa Investment Managers l’inflazione non ci lascerà a breve

“L’inflazione resta elevata e non ci lascerà nel breve periodo” spiegano gli esperti del gruppo francese. “I mercati finanziari continuano a sperimentare forti oscillazioni, dopo il sell-off provocato dal crack delle banche statunitensi Svb e Signature e le difficoltà del Credit Suisse” evidenziano gli esperti. La palla passa alla Federal reserve e alla Bce.

“La banca centrale americana dovrà decidere se continuare la stretta monetaria o mettere in pausa i rialzi dei tassi – precisano -. In questo contesto, anzichè scegliere tra obbligazioni nominali e inflation-linked, potremmo puntare su una strategia che consenta un’allocazione flessibile su entrambe le componenti. In un contesto di rafforzamento dei dati economici, l’inflazione ha iniziato a rallentare, anche se non tanto quanto auspicato dalle autorità monetarie”. Un risultato che non promette nulla di buono, almeno nel breve periodo.  

 

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