Plantvoice, la startup che combatte la siccità in agricoltura
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AperturaStartup Dom 10 marzo 2024

Plantvoice, la startup che combatte la siccità in agricoltura

Plantvoice, startup con sede a Bolzano, ha brevettato un innovativo sensore, che permette di conoscere lo stato di salute delle coltivazioni. Plantvoice, la startup che combatte la siccità in agricoltura
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

La siccità è un’emergenza con cui tutti ormai dobbiamo fare i conti, così come con le conseguenze che produce. A partire dall’agricoltura, che assorbe il 70% del consumo idrico mondiale. Ma, secondo la Fao, il 60% dell’acqua utilizzata dal settore viene sprecata per via dei sistemi di irrigazione inefficienti. Partendo da queste considerazioni, Plantvoice, startup con sede a Bolzano, ha brevettato un innovativo sensore, che permette di conoscere in tempo reale lo stato di salute delle coltivazioni e, quindi, anche di quanta acqua hanno effettivamente bisogno. Il dispositivo, che viene inserito direttamente nel fusto delle piante, senza danneggiarlo, monitora i dati fisiologici interni della pianta, che vengono analizzati tramite l’intelligenza artificiale. 

Il sistema è in grado di rivelare così l’eventuale mancanza d’acqua con un giorno d’anticipo, ma anche d’indicare gli eventuali trattamenti fitosanitari necessari e se la coltivazione è stata attaccata da funghi e batteri. Il risultato è un risparmio nei consumi per le aziende agricole, idrici come quelli dei fertilizzanti e delle ore di lavoro, oltre a migliorare di circa il 10% la resa produttiva.

I fondatori

A inventare la sonda per l’agricoltura 4.0, Matteo Beccatelli, chimico, insieme al fratello, Tommaso Beccatelli, tecnico elettronico ed imprenditore agricolo. L’azienda ha messo radici nel Parco scientifico di Bolzano, che si sta dimostrando un incubatore di eccellenze, avendo tenuto a battesimo realtà come Hbi e Connexx. Per sviluppare la tecnologia per le piante sono state importanti anche le collaborazioni con Eurac Research, Fondazione Bruno Kessler e le Università di Milano, Parma e Verona, che hanno seguito le sperimentazioni sul campo e si sono occupate della validazione scientifica del brevetto. 

“L’acqua è ormai un bene prezioso, i pesticidi hanno impatti su ambiente e salute umana, i fertilizzanti hanno effetti in termini di impoverimento del suolo – spiega Matteo Beccatelli, ceo di Plantvoice -. Noi abbiamo creato un dispositivo, della dimensione e della forma di uno stuzzicadenti, che proprio grazie all’elaborazione intelligente di dati finora inaccessibili, rende possibile ridurre l’utilizzo di acqua e di sostanze chimiche”. Dopo la sperimentazione, alcune importanti aziende agricole hanno già scelto di utilizzare la tecnologia.

Come Sant’Orsola, il gigante trentino dei piccoli frutti, o Salvi Vivai, che ha installato il sensore sulle mele Pink Lady per correlare lo stress idrico con il colore, la forma e l’aspetto del frutto maturo. Così come fatto dal Consorzio innovazione frutta del Trentino, che lo usa per monitorare la produzione di mele renetta. Le quantità di sonde da installare in campo dipende dal tipo di coltivazione, ma il costo, in base ai calcoli della startup, viene ampiamente ripagato dai risparmi e dall’incremento della produzione.

Le prossime tappe

L’agricoltura 4.0 è un mercato promettente. Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood del Polimi, nel 2021 il fatturato delle aziende, che offrono soluzioni tech, è stato di 1,6 miliardi, in crescita del 23% rispetto all’anno precedente. La ricerca di Plantvoice si concentrerà ora sull’individuazione di partner industriali e tecnici per supportare lo sviluppo e la commercializzazione. Poi si penserà ad un round di finanziamento per crescere con l’internazionalizzazione. 

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