“Competizione tra Open Fiber e Tim? C’è margine per tutti” - V&A
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AperturaTlc Mar 02 maggio 2023

“La competizione tra Open Fiber e Tim? A noi va bene, c’è margine per tutti”

Pingaro, ad di Convergenze: "Vogliamo ridurre il divario digitale tra Nord e Sud. Molti piccoli comuni ora si rivolgono direttamente a noi" “La competizione tra Open Fiber e Tim? A noi va bene, c’è margine per tutti”
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Ridurre il divario digitale tra Nord e Sud

“Ridurre il digital divide (il divario digitale) tra il Nord e il Sud del Paese è uno degli obiettivi con i quali siamo nati. Oggi perseguiamo questa missione coprendo anche le cosiddette aree grigie (quelle dove è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che altri operatori intervengano o che venga realizzata un’altra rete), quelle più complicate. Negli ultimi 5 anni abbiamo coperto 11 comuni in Campania e nei prossimi anni contiamo di coprirne altrettanti. Si tratta di piccoli centri tra i 2.000 e i 20.000 abitanti. Le dimensioni di Open Fiber e Tim e anche la competizione tra loro in molti casi ci avvantaggiano, nel senso che  le scelte e le tempistiche della società partecipata da Cassa Depositi e Prestiti (60%), che ha il compito pubblico di cablare il Paese, tengono conto di numerosi aspetti e aprono possibilità per le società più piccole come la nostra, che hanno dalla loro maggiore flessibilità e velocità di esecuzione. Di recente, per esempio, abbiamo parlato con i rappresentanti istituzionali del Comune di Sala Consilina che ci hanno chiesto di fare da first mover per coprire l’area con la fibra ottica, non avendo garanzie sulle tempistiche da altri operatori. Noi realizziamo la rete fisicamente e poi collaboriamo con  altri operatori, in modalità wholesale. Rappresentiamo una possibilità per il nostro territorio, la Campania e in particolare il Cilento e ne andiamo particolarmente fieri”. A parlare è Rosario Pingaro, il fondatore, presidente e amministratore delegato di Convergenze, operatore di tecnologia integrato quotato su Borsa Italiana (Euronext Growth Milan) attivo a livello nazionale nei settori telecomunicazioni, energia e E-mobility con il network Evo (Electric Vehicles Only). La sede operativa è a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, con tutti i pro e i contro che questo comporta. “Da un certo punto di vista – spiega – siamo consapevoli che avere l’headquarter al Sud rappresenta un minus perché perdiamo delle occasioni, da un altro in loco lavoriamo praticamente senza avere concorrenza e siamo spinti da una particolare motivazione sociale, quella di evitare lo spopolamento dei nostri territori e di dare occasioni di lavoro al piccolo artigianato tecnologico locale”.

Oltre alle tlc siete attivi anche nel settore energetico e della mobilità sostenibile.

“Forniamo energia elettrica al 100% rinnovabile per casa, condomini e business e gas naturale. Inoltre con il progetto Evo stiamo creando un network di colonnine di ricarica per le auto elettriche. Per rifornirsi non sono necessari particolari abbonamenti, ma basta il Bluetooth. Siamo un operatore di tecnologia integrato, da sempre l’innovazione e la ricerca rappresentano il nostro valore aggiunto”.

Per esempio?

“L’ultima novità è legata alla necessità di porre rimedio all’aumento dei prezzi dell’energia . Necessità evidenziata dalla Commissione Europea e rispetto alla quale  il Consiglio dei Ministri di recente ha approvato una norma per promuovere la crescita dei cosiddetti contatori intelligenti”.

Cosa fanno?

“Sono sistemi che consentono la telelettura e telegestione dei contatori di energia elettrica, gas e acqua, con l’obiettivo di aumentare l’uso della tecnologia e contribuire alla diminuzione dei costi per gli utenti”.

E Convergenze?

“Convergenze grazie alla tecnologia LoRaWan (che consente di trasmettere a grande distanza con una potenza molto ridotta, come quella per esempio di un telecomando) usata anche per i contatori idrici, è già pronta a unire il proprio servizio con i nuovi contatori intelligenti che saranno via via installati nelle abitazioni e negli uffici degli Italiani. Noi vogliamo continuare a investire in soluzioni d’avanguardia dove il mondo dell’intelligenza artificiale avrà sempre di più un ruolo rilevante”.

Per innovare e creare soluzioni all’avanguardia serve personale con competenze molto elevate. E’ semplice trovarlo?

“No non è semplice. Proprio per questo puntiamo tanto sulla formazione”.

Nel concreto?

“L’Academy, il progetto di formazione lanciato nel 2022, nasce proprio dalla cronica mancanza di sviluppatori software in italia. Lo scorso anno ne abbiamo formati dieci. In questo specifico momento invece ci servono venditori che conoscano i nostri servizi e infatti contiamo di ripetere la stessa esperienza focalizzata però verso la figura di chi è in grado di spiegare nei dettagli i vantaggi dei nostri prodotti e servizi”.

Voi siete convinti di essere nel mezzo di una nuova rivoluzione epocale, quella green?

“Sì siamo convinti che sia dal punto di vista energetico che dei trasporti vivremo una nuova rivoluzione che per certi versi potrà essere paragonata all’arrivo degli smartphone, dei quali, dopo un po’ di tempo, nessuno praticamente ha più potuto fare a meno”.

Rivoluzione che se non viene gestita rischia però di provocare più danni che vantaggi. Basti pensare ai tempi stretti imposti dall’Europa per il passaggio all’elettrico nell’automotive e all’aziende dell’indotto legato alle vetture tradizionali in crescente difficoltà.

“Sicuramente è una rivoluzione che va gestita, ma forse le aziende in difficoltà oggi sono quelle che hanno puntato di meno sulla svolta green. Quindi il mio consiglio è quello di investire di più e non di meno”.

Investire di più, mentre per esempio un nostro diretto concorrente come la Cina non ha vincoli di nessun tipo?

“Certo c’è un rischio disallineamento con il quale bisogna fare i conti. Ma al tempo stesso credo che la migliore garanzia siano gli ingenti investimenti che Pechino sta facendo sull’elettrico. Io penso che ci troviamo di fronte a un fenomeno ormai inarrestabile, governiamolo certo, ma non pensiamo di poterlo fermare”.

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