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AperturaImprese Sab 09 dicembre 2023

Economia circolare, Osai vuole crescere nel riciclo dei RAEE e nel recupero delle terre rare

Il gruppo ha da poco ideato RE4M, impianto in grado di recuperare metalli critici e preziosi come oro, argento, palladio e rame. Economia circolare, Osai vuole crescere nel riciclo dei RAEE e nel recupero delle terre rare
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Un accordo nuovo di zecca per crescere nel promettente settore del riciclo dei rifiuti RAEE e del recupero delle terre rare. Questo è solo uno dei tanti progetti di Osai, azienda piemontese impegnata nella costruzione e verifica di componenti avanzati per l’industria dei semiconduttori, automotive, medicale e per la produzione elettronica, quotata all’EGM dal novembre 2020.

L’azienda, nata nel 1990 in un garage grazie alla visione innovativa di Carlo Ferrero, ha da poco ideato RE4M (Recycling for Manufacturing), impianto in grado di recuperare metalli critici e preziosi come oro, argento, palladio e rame. Il processo trasforma i rifiuti in nuove materie prime per la produzione, seguendo i principi dell’economia circolare e assicurando alta efficienza con minimi impatti ambientali. “L’ultimo traguardo l’abbiamo raggiunto attraverso la controllata Osai Green Tech, che ci fa espandere in un segmento nuovo, quello del disassemblaggio delle materie prime seconde” racconta a Verità e Affari il ceo di Osai Automation System Fabio Benetti. “Alla fiera Ecomondo di Rimini abbiamo firmato un accordo per l’avvio di una collaborazione commerciale, industriale e di ricerca e sviluppo con Hiro Robotics, startup attiva nel riciclaggio dei RAEE, mentre è in fase autorizzativa l’impianto realizzato per Iren a Terranuova Bracciolini (Arezzo), un polo dell’economia circolare per il trattamento dei rifiuti RAEE”.

L’Unione europea e le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina ci spingono sempre di più verso il recupero delle terre rare…

“E’ una direzione obbligata quella di recuperare questi elementi dalle “miniere urbane” a fine ciclo. Si tratta di risorse limitate, solo ora ce ne rendiamo conto e per questo dobbiamo invertire la rotta. Per noi è l’opportunità di sviluppare nuova tecnologia a supporto del riciclo che ormai ha raggiunto volumi importanti e ha bisogno dell’automazione. Finora, invece, lo smaltimento dei RAEE, dei pannelli solari, delle batterie esauste è stato un processo artigianale ma, se si vuole essere più sostenibili, bisogna recuperare la percentuale più elevata possibile di materie prime seconde”.

Per farlo, però, serve capillarità sul territorio.

“Infatti, il nostro obiettivo è implementare una tecnologia che non preveda impianti di dimensioni troppo grandi, ma inseriti nell’area dove si produce il rifiuto. Le faccio un esempio. L’impianto che abbiamo realizzato per Iren tratterà soltanto 2 tonnellate al giorno, con la possibilità di recuperare materiali più selezionati tra cui oro e palladio”.

Ecco perché lei parla di miniere urbane.

“Perché anche per i metalli preziosi è meglio riciclare che estrarre. Pensi che da una tonnellata di materiale prodotto in miniera si ottengono pochi grammi d’oro, mentre da una tonnellata di RAEE se ne recuperano 200. E senza sfruttare manodopera, distruggere l’ambiente con le escavazioni e inquinare il terreno”.

Ma il vostro mercato di riferimento è quello dei semiconduttori, al centro di forti tensioni geopolitiche e dei prezzi. Che cosa sta accadendo?

“Noi non produciamo direttamente chip, ma realizziamo macchine impiegate per il test e la calibrazione di sensori Mems e per i dispositivi di potenza. I primi sono molto piccoli e vengono inseriti all’interno di telefoni e smartphone. Le nostre macchine sottopongono i chip a degli stimoli come se fossero in uso durante la fase di test. Si tratta di sistemi impiegati nella produzione di sensori per il mercato dei dispositivi elettronici consumer, che nel periodo Covid era molto richiesto. Poi c’è stato un accumulo di produzione e, dopo la normalizzazione del mercato, nel 2023 le vendite sono crollate.

L’altro prodotto, invece, sono i semiconduttori di potenza che vengono usati nel mondo dell’elettrificazione – di auto, treni, monopattini – per regolare l’energia che poi crea il movimento. Questo, invece, è un mercato in fortissima crescita e noi forniamo i test alla maggior parte dei produttori di power module che però si trovano in larga maggioranza nel Sud Est asiatico, tra Cina e Taiwan. Per questo sono partiti enormi investimenti supportati dall’Unione europea e dai singoli stati per sviluppare nuove tecnologie per una maggiore autonomia. E Osai, in questo cambio di scenario, è tra i principali produttori. Da qualche anno abbiamo iniziato anche l’ingegnerizzazione del processo per la produzione del Silicon Carbide che sostituisce il silicio. Si tratta di un materiale più prestazionale, finora prodotto in maniera artigianale, ma su cui abbiamo innestato l’automatizzazione del processo di accrescimento, un nuovo filone per Osai”.

Tanti progetti che vi hanno spinto a realizzare anche un nuovo stabilimento.

“La nostra forza è che non ci concentriamo su un solo settore ma abbiamo un portafoglio diversificato che ci consente di applicare la tecnologia in tanti comparti. Osai, viste le sue dimensioni, non può competere sul prezzo, ma solo con la leva dell’innovazione e per questo abbiamo lanciato un nuovo progetto perché crediamo che insieme si vada lontano”.

Di che cosa si tratta?

“Il mercato in cui competiamo ci propone progetti enormi per le nostre dimensioni, impianti che possono valere anche 15 milioni di euro, e per noi diventa complicato realizzarli. Ma visto che ci sono molte aziende eccellenti nel settore dell’automazione abbiamo deciso di creare una partnership con altre 5 società del Nord Italia con Osai come capofila. Siamo appena partiti, ma abbiamo già avuto un feedback positivo dal mercato”.

Com’è stato il 2023 e che previsioni avete per il futuro?

“Siamo stati impegnati, e lo saremo anche il prossimo anno, a investire in innovazione e in nuovi prodotti, un peso finanziario importante per noi. Nel 2023 ci ha un po’ penalizzato la crisi dei semiconduttori per l’elettronica di consumo, ma per il 2024 ci aspettiamo nuove opportunità. Sarà il primo anno che segue al cambiamento nell’impostazione del business e per questo ci aprirà le porte di una crescita importante”.

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