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AperturaEnergia Mer 25 ottobre 2023

Elettricità, il mercato libero può attendere: arriva il regime "semi" tutelato

Il governo non ha ancora deciso se elimibare o meno il mercato tuteleato per gas e luce. Ma ci sono già dei passi avanti. Elettricità, il mercato libero può attendere: arriva il regime "semi" tutelato
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Il 2024 dovrebbe essere l’anno che mette la parola fine al mercato tutelato di gas ed elettricità. Il condizionale è d’obbligo visto che i rinvii si sono susseguiti a partire dal 2017. Infatti mentre nelle tlc la facilità di cambio gestore, la forte concorrenza e la trasparenza di alcune offerte tariffarie hanno fatto da calmiere ai prezzi, da più parti c’è il timore che sul fronte di gas ed elettricità lo stesso meccanismo non sarà possibile.

Il problema è la grande difficoltà di lettura soprattutto della bolletta elettrica, dove i gestori riescono a farsi concorrenza praticamente solo nella voce che comprende il cosidetto Pvc, ossia il costo di commercializzazione e vendita, una specie di canone di abbonamento mensile, che nel mercato libero per l’elettricità di solito è intorno ai 100 euro all’anno (anche 120) mentre nel mercato a maggior tutela è di 69 euro. Qualcosa si riesce a fare anche sul costo dell’energia che nel mercato tutelato è imposto da Arera mentre in quello libero è solo suggerito.

Un cambiamento per 9 milioni di clienti

Sul fronte del gas la data per la fine del regime di maggior tutela è previsto a gennaio 2024, mentre per l’energia elettrica, se non ci saranno proroghe ulteriori, ad aprile. I clienti in maggior tutela “elettrici” sono circa 9 milioni, di questi circa 4 sono considerati clienti vulnerabili. Sono così tanti perché in questa cifra, oltre a disabili e altre fasce protette ci sono anche tutti gli over 75 anni, che in Italia non sono pochi e destinati ad aumentare.

Già si sa che per questi clienti la maggior tutela, ossia le tariffe in bollette completamente regolamentate da Arera, l’Autorità dell’energia, continuerà. Quanto agli altri 5 milioni, se non decidessero di scegliere un gestore sul mercato libero verrà offerta, per il gas, una tariffa cosiddetta Placet. In questo caso però sarebbe meglio, anche  restando con il gestore di riferimento, scegliere la sua miglior tariffa per il mercato libero.

Mercato a regime semi tutelato

Più complesso il passaggio dal mercato tutelato a quello libero per l’elettricità. In questo caso infatti all’inizio di dicembre verrà fatta una gara tra i gestori per garantire ai clienti privati la miglior tariffa in quello che viene definito “mercato a regime semi tutelato”. In pratica, per circa tre anni, i clienti  non vulnerabili (che invece restano nel mercato tutelato) che non decidono di passare al mercato libero potranno usufruire di questa tariffa e passeranno al gestore che avrà vinto la gara nella loro zona di residenza.

La gara è già stata fatta per assegnare i gestori  delle Pmi e poi delle microimprese. In questo caso l’Italia è stata divisa in 12 aree e 7 operatori, tra cui Iren e A2a che si sono aggiudicati più lotti, vi hanno partecipato. In questo caso i clienti che hanno atteso l’esito della gara senza cambiare operatore sono stati fortunati perché, pur di vincere, gli operatori hanno fatto offerte al ribasso e quindi il prezzo annuale per la commercializzazione (Pvc) è passato da 113 a 28 euro all’anno. Mentre le altre voci sono rimaste regolamentate da Arera.

Ovviamente non si conosce ancora il bando di gara per gli utenti privati ma è probabile che l’esito sia simile e quindi si potrà pagare meno dei 69 euro attuali del contratto di maggior tutela.  Ma perché il governo è restio a cancellare il mercato tutelato, operazione che invece è richiesta dall’Unione europea? Il timore è che senza il benchmark offerto dai prezzi del mercato tutelato ci potrebbero essere aumenti delle bollette. Altri esperti sostengono invece che la maggior concorrenza tra gli operatori favorirà gli utenti. Nel caso delle tlc si può ben dire, a posteriori, che solo l’arrivo sul mercato “a gamba tesa” di un operatore come Iliad ha davvero favorito la concorrenza e quindi l’abbassamento delle tariffe che, ora, i gestori infrastrutturati giudicano troppo basse.

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