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AperturaTrasporti Lun 05 giugno 2023

Navi elettriche, l'Italia capofila dell'alleanza per le super batterie

Ci sono Fincantieri, Università di Trieste, di Genova e Politecnico di Milano nel progetto V-Access finanziato dall'Unione europea Navi elettriche, l'Italia capofila dell'alleanza per le super batterie trasporto merci
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Navi commerciali, Italia capofila dell’alleanza per le “zero emissioni” in mare

Quando si parla di emissioni inquinanti legate al trasporto di persone e merci la prima cosa a cui si pensa sono le automobili. In realtà ci sono più di 60mila navi commerciali, operative in tutto il mondo ogni giorno, che rappresentano quasi il 3% delle emissioni globali di CO2. Per ottenere notevoli riduzioni di queste sostanze emesse nell’atmosfera, secondo gli esperti la strada è quella di integrare elettrificazione e accumulo di energia con batterie.

Esiste però un problema da risolvere: le batterie, per ottimizzare potenza, ricarica e durata, necessitano di un consumo, dunque di una velocità di navigazione, il più possibile costante. Ciò non è un problema per navi  adibite alle  lunghe percorrenze e che debbono manovrare solo al momento di lasciare gli ormeggi o atterrare. Diverso il discorso per traghetti, navi che coprono brevi percorsi, navi per trasporto passeggeri nelle città marittime (come Venezia) o fluviali. In questo caso i continui stop and go necessitano di picchi di energia poco compatibili con gli attuali accumulatori.

Un progetto internazionale

Proprio per realizzare a una nuova tecnologia di accumulo in grado di  arrivare alle “zero emissioni” in mare è nato il progetto Ue V-Acccess (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems) di cui fanno parte 14 partner internazionali che hanno deciso di  riunire le proprie competenze. Il progetto riguarda ogni ambito della filiera: dai  supercondensatori ai sistemi di accumulo di energia magnetica superconduttivi alla progettazione e controllo di sistemi di alimentazione di bordo all’ elettronica di potenza sino all’analisi del ciclo di vita, e la classificazione delle navi per aumentare il livello di prontezza tecnologica dei sistemi di stoccaggio ibridi (ovvero la combinazione di una batteria con supercondensatori, Smes o entrambi). L’obiettivo finale è quello di arrivare a un’innovativa rete elettrica di bordo a corrente continua per controllare in modo flessibile i flussi di energia tra le diverse tecnologie di accumulo.

L’alleanza tra industria e ricerca

Il progetto V-Access ha ottenuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon Europe dell’Unione europea e vede la collaborazione del mondo della ricerca e dell’industria. Tra i partner figurano, infatti, da un lato Fincantieri, Vard Electro, Vard Design, Skeleton Technologies, Asg Superconductors, Rina Germania, Rina Grecia e, dall’altro, Politecnico di Milano, Università di Trieste, Genova e Birmingham, oltre agli istituti di ricerca Rse, Sintef Energy, Sintef Ocean. Partener che si sono  incontrati quest’anno all’Ieee Esarrs Itec (conferenza internazionale sui sistemi di elettrificazione per aerei, navi, strade) all’Arsenale di Venezia dando l’avvio ufficiale al progetto.

“Stiamo aprendo la strada verso le zero emissioni concentrandoci su tecnologie elettriche innovative per lo stoccaggio e la gestione dell’energia a bordo nave – ha spiegato il coordinatore del progetto Giorgio Sulligoi dell’Università di Trieste. – Lavoreremo insieme per riuscire a integrare i supercondensatori e la tecnologia dei superconduttori a bordo delle imbarcazioni ibride e elettriche entro la fine del decennio”. ” Questo progetto europeo – ha ribadito Pietro Tricoli dell’Università di Birmingham nel Regno Unito –  contribuirà in modo sostanziale a creare le giuste sinergie per avvicinarsi all’obiettivo di decarbonizzare i trasporti marittimi”.

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