PharmaNutra tocca i 100 milioni e punta al mercato Usa- V&A
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AperturaImprese Sab 20 gennaio 2024

PharmaNutra tocca i 100 milioni di ricavi e punta al mercato Usa degli integratori

Il gruppo ha appena aperto una nuova sede a Pisa dove c'è uno dei laboratori cellulari più innovativi d'Europa. PharmaNutra tocca i 100 milioni di ricavi e punta al mercato Usa degli integratori
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Una sede da 20 milioni di euro appena inaugurata e il debutto su un mercato strategico come quello statunitense. E’ partito bene il 2024 di PharmaNutra, azienda pisana specializzata nel settore dei complementi nutrizionali a base di minerali e dei dispositivi medici per muscoli e articolazioni, che ha chiuso lo scorso esercizio toccando i 100,2 milioni di euro di ricavi, in crescita del 21%. Fondata nel 2003 e guidata dal presidente Andrea Lacorte e dall’amministratore delegato Roberto Lacorte, la società quotata sul mercato Euronext STAR Milan di Borsa Italiana è leader nella produzione di complementi nutrizionali a base ferro con il marchio SiderAL, dove vanta importanti brevetti sulla tecnologia Sucrosomiale, ed è considerata uno dei top player emergenti nel settore dei dispositivi medici dedicati al ripristino della capacità articolare grazie al brand Cetilar. “Sull’estero abbiamo un forte focus sugli Stati Uniti, un mercato che ha un elevato potenziale” sottolinea a Verità e Affari Roberto Lacorte. “Stiamo facendo degli educational per far conoscere al mercato i nostri prodotti che oltreoceano non esistono”.

Come è partito il 2024?

“Quest’anno è iniziato con il raggiungimento di milestone importanti per la società, con un fatturato 2023 che ha superato il consensus degli analisti e anche le stime presentate agli investitori un anno fa. Questo risultato, coniugato a un percorso importante di investimenti, ci aspettiamo che cambierà profondamente la nostra azienda. Il business tradizionale va avanti bene e registriamo una crescita organica robusta, mentre le nuove linee di business diventeranno dei game changer importanti”.

A ottobre avete anche inaugurato a Pisa il vostro quartier generale.

“Nella nuova sede abbiamo radunato gli strumenti utili per tutte le direzioni di sviluppo come l’organizzazione, la produzione e la ricerca e sviluppo, dato che abbiamo realizzato un laboratorio di biologia cellulare fra i più innovativi in Europa”.

Quali sono i vostri prodotti di punta?

“Lo scorso anno abbiamo lanciato la linea sport, mentre a livello di ricerca e sviluppo abbiamo in pipeline nuove molecole su cui si fonderà il lancio di nuovi prodotti. Uno dovrebbe esser già pronto quest’anno, ma non posso anticipare nulla. Attualmente abbiamo due linee principali: SiderAL, che ha importanti applicazioni nel mondo pediatrico, geriatrico, ginecologico, e Cetilar, che serve per curare i dolori osteoarticolari ed è molto diffuso nel mondo dello sport”.

Come commercializzate i vostri prodotti?

“La nostra forza vendita è formata da 150 informatori scientifici con cui copriamo la rete dei medici italiani. Sono loro a prescrivere i nostri integratori che per il 95% vengono acquistati con una ricetta in farmacia. Si tratta, infatti, di prodotti con caratteristiche distintive esclusive. Attualmente siamo presenti in 71 paesi del mondo e a volumi l’estero ha superato l’Italia, mentre a valore no. E questo perché all’estero non operiamo direttamente ma attraverso distributori locali a cui vendiamo a prezzi più bassi”.

Oltreoceano avete creato una vostra rete commerciale. Come procede il progetto?

“In America è molto più complesso affermare un prodotto, perché l’informazione medico scientifica non è così agile e la figura del medico è molto diversa e più distaccata rispetto all’Italia. Infatti, l’informatore non parla direttamente con lui ma con un suo assistente. Per questo utilizziamo un modello italiano modificato, puntando su degli specialist, cioè figure di riferimento che abbiano già rapporti con i medici o che siedano nei board scientifici dei principali gruppi ospedalieri, unica via per riuscire a collocare i nostri prodotti nei loro formulari”.

E in Spagna, altro paese su cui puntate, come funziona?

“La Spagna è molto simile all’Italia e lì stiamo costruendo una rete composta da nostri informatori del farmaco ai quali si aggiungono informatori di una Contract sales organization”.

In azienda c’è anche una divisione dedicata alla fornitura esterna di materie prime?

“Sì e produciamo materie prime come magnesio, potassio e calcio destinate ad applicazioni nutraceutiche e non, per esempio il functional food”.

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