Ue, Draghi: "Serve un cambiamento radicale"
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AperturaEconomia Mer 17 aprile 2024

Ue, per Mario Draghi "serve un cambiamento radicale"

L'ex dg del Tesoro ai tempi delle svendite di Stato si accorge che qualcosa non quadra nelle politiche comunitarie Ue, per Mario Draghi "serve un cambiamento radicale"
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Anche Mario Draghi si convince che questa Europa così com’è non funziona. Proprio lui che ha contribuito a costruirla pezzo dopo pezzo. Mentre in ballo ci sono le elezioni comunitarie e un suo nuovo ruolo di leader nell’Unione, l’ex premier, già direttore generale del Tesoro ai tempi delle svendite di Stato negli anni ’90,  lo dice apertamente. Obiettivo: modificare una strategia di politica economica che ha fallito nel proporre strumenti d’uscita dalla crisi. Resta da chiedersi come tutto questo potrà accadere avendo ai vertici dell’Unione la stessa persona che ha contribuito a generare una spirale negativa per il sistema economico del Vecchio continente. 

Il manifesto

Le prime indicazioni sul futuro dell’Unione arrivano dal Rapporto sul futuro della competitività europea che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aveva chiesto di stilare all’ex premier Draghi.

Nel corso di un evento sul pilastro sociale europeo a La Hulpe, in Belgio, l’ex presidente del Consiglio italiano ha sottolineato la necessità di un urgente cambiamento “radicale” anche nell’Unione. “La nostra organizzazione, il nostro processo decisionale e il finanziamento sono pensati per il mondo di ieri, pre-Covid, pre-Ucraina, pre-conflagrazione in Medio Oriente, pre-ritorno della rivalità tra grandi potenze – ha dichiarato Draghi –. Ci serve un’Unione europea che sia all’altezza del mondo di oggi e di domani. Quindi ciò che propongo nel rapporto che la presidente della Commissione mi ha chiesto di preparare è un cambiamento radicale. Che è ciò che è necessario”.

Si al green deal, ma puntando su un nuovo sistema affidabile

“Dobbiamo raggiungere una trasformazione dell’economia europea, dobbiamo essere in grado di  creare un sistema energetico decarbonizzato affidabile, una difesa integrata europea, una produzione domestica nei settori più innovativi e una posizione leader nella produzione tecnologia”, ha aggiunto.

“La maggior parte degli investimenti dovrà essere coperta da investimenti privati – ha spiegato Draghi –. I risparmi privati sono molto elevati e vengono per lo più incanalati in depositi bancari e non finiscono per finanziare la crescita tanto quanto potrebbero in un mercato dei capitali più ampio. Questo è il motivo per cui avanzare nell’Unione dei mercati dei capitali costituisce una parte indispensabile della strategia complessiva per la competitività“.

Il fallimento delle attuali politiche è certificato

“Non abbiamo avuto un industrial deal a livello europeo, nonostante la Commissione stia facendo ogni suo sforzo per colmare questo gap. Nonostante le iniziative positive in corso, ci manca ancora una strategia complessiva per rispondere in queste strategie. Investiamo meno di Stati Uniti e Cina nel digitale e nelle tecnologie avanzate, compresa la difesa. Ci sono solo quattro top player europei tra i primi 50 aziende globali”, ha sottolineato.

“Ci manca una strategia su come proteggere le nostre industrie tradizionali da un competitività iniqua causa di assimetrie in regole, sussidi e politiche commerciali. Le industrie energivore sono un caso di studio: in altre regioni queste industrie non solo affrontano prezzi dell’energia più bassi ma anche un meno peso normativo e in alcuni casi ricevono sussidi massicci che minacciano direttamente la capacità delle aziende europee di competere – ha messo in evidenza Draghi –. Senza azioni politiche studiate e coordinate è logico che alcune nostre industrie spegneranno le loro capacità e delocalizzeranno fuori dall’Ue”.

(Teleborsa) 

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