L'auto elettrica premia Volvo a trazione cinese e condanna le case europee
Volvo, controllata dal colosso cinese Geely, archivia i primi tre mesi in forte crescita, soprattutto nel segmento dell'auto elettricaL’auto elettrica premia Volvo a trazione cinese
Volvo chiude in forte accelerata il primo trimestre 2023. L’aumento dell’utile operativo è stato del 7% a 6,3 miliardi di corone svedesi (circa 55 milioni di euro) e il margine Ebit del 6,6%. Ma soprattutto sono significativi i dati relativi alle vendite, aumentate del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con il segmento delle vetture completamente elettriche balzate di ben il 157%. Tanto per farsi una idea del risultato di Volvo basta la comparazione con le vendite di auto a spina del gruppo Stellantis che, nello stesso periodo preso in esame, sono cresciute del 22%.
Ma perché tra i due gruppi c’è tanto distacco nelle immatricolazioni green? La risposta sta in quattro lettere: Cina.
Quanto conta essere cinesi
Volvo appartiene per l’82% a Zhejiang Geely holding group dal 2010: il colosso cinese ha da subito immesso capitali freschi e guidato il brand verso la transizione elettrica con una gamma interamente rinnovata. Una transizione supportata dalla casa madre che ha messo a disposizione batterie e microchip a basso costo proprio mentre gli altri costruttori europei facevano i conti con una carenza endemica di componenti.
In questo senso il caso Volvo è emblematico di quanto potrà accadere nel prossimo futuro con le case europee in forte affanno mentre i produttori cinesi (che al salone di Shanghai hanno presentato numerose auto proprio per il mercato del Vecchio continente) in fortissima crescita in tutti i Paesi dell’Unione.