Flop di vendite di auto elettriche. Tesla licenzia 14 mila dipendenti
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AperturaAuto Lun 15 aprile 2024

Flop di vendite di auto elettriche. Tesla licenzia 14 mila dipendenti

Elon Musk si giustifica: "Necessario ridurre i costi". Ma in magazzino sono ferme quasi 50 mila vetture. Intanto si scopre che Byd avrebbe ricevuto aiuti di Stato per 3,4 miliardi Flop di vendite di auto elettriche. Tesla licenzia 14 mila dipendenti Elon Musk, numero uno di Tesla
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il flop di vendite delle auto elettriche colpisce anche Tesla. Elon Musk ha infatti deciso il licenziamento di 14 mila dipendenti, il 10% della forza lavoro. Il patron del gruppo ha inviato una mail ai dipendenti, giustificando i tagli con la “razionalizzazione della produzione dopo anni di forte crescita e l’apertura di molti stabilimenti” .

“Una situazione – spiega Musk – che ha prodotto una ridondanza di ruoli che ora va corretta” . In realtà i tagli sarebbero la diretta conseguenza del rallentamento delle consegne e della produzione registrato nel primo trimestre con vendite (meno di 400 mila vetture)  in calo rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso, ma ancor più rispetto al quarto trimestre e di molto inferiori alle attese degli analisti.

Migliaia di veicoli fermi in magazzino

Tesla avrebbe anche il problema di uno stock di magazzino salito di ben 46 mila veicoli in soli tre mesi.  E’ possibile che nei prossimi mesi Musk sarà costretto a ridurre la produzione per smaltire le scorte come già successo in Cina e come avverrà prossimamente in Texas dove alla scarsa domanda si sommano i problemi legati al Cybertruck il pick-up elettrico che avrebbe rivelato un  difetto  meccanico al pedale acceleratore. Una problematiche che segue quella della  ruggine sulla carrozzeria e delle troppo piccole spie di emergenza.

La lettera di Musk

Come detto Musk ha inviato una mail ai dipendenti per giustificare i tagli. “Per ridurre i costi – spiega il patron dopo aver parlato di ridondanza dei ruoli, – ci siamo visti costretti a rivedere l’organizzazione generale delle nostre fabbriche. Questo ci permetterà di essere pronti, innovativi e affamati rispetto alla nostra nuova fase di crescita. Stiamo sviluppando alcune delle tecnologie più rivoluzionare del settore automotive, dell’energia e dell’intelligenza artificiale. Preparandoci a una nuova ondata di crescita”.

Nel frattempo il prossimo 23 aprile Tesla pubblicherà i dati relativi ai profitti del primo trimestre 2024, con le azioni che dovrebbero valere attorno ai 50 centesimi di dollaro, un bel calo rispetto agli 85 centesimi del primo trimestre 2023.

I costi? Ai cinesi li paga il governo

Problema, quello dei costi, che non sembrano avere i produttori cinesi. Una nuova prova sugli aiuti di Stato arriva da uno studio del Kiel Institute, secondo il quale la Byd avrebbe ricevuto almeno 3,4 miliardi di euro in sussidi governativi. Gli aiuti al colosso cinese sarebbero passati da 220 milioni di euro nel 2020 a 2,1 miliardi nel 2022 come parte di una spinta di Pechino a dominare nel campo dei veicoli elettrici e di altre tecnologie “green”. Questo tipo di aiuti statali hanno consentito alle aziende cinesi di espandersi rapidamente, di dominare il mercato cinese e di facilitare la crescente espansione nei mercati dell’Ue. Va ricordato che l’Unione europea ha aperto la primavera scorsa una indagine sul possibile dumping dei costruttori cinesi che vendono auto in Europa. Indagine che potrebbe culminare con l’aumento dei dazi Ue verso i prodotti del Dragone.

 

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