Urso: "Stato non entra in Stellantis, ma il gruppo ha un obbligo con l'Italia"- V&A
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AutoPrimo piano Dom 18 febbraio 2024

Urso: "Lo Stato non entra in Stellantis, ma il gruppo ha un obbligo con l'Italia"

Il ministro delle Imprese: "Abbiamo varato incentivi e combattuto la battaglia contro Euro 7 come ci ha chiesto Tavares. Ora ci aspettiamo gli investimenti promessi per l'industria dell'auto" Urso: "Lo Stato non entra in Stellantis, ma il gruppo ha un obbligo con l'Italia" ADOLFO URSO MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Avendo rimosso il principale ostacolo che Stellantis, e non solo, ma Stellantis in questo caso, ci diceva fosse in Europa il regolamento Euro7, e avendo realizzato un piano incentivi che dovrebbe spingere i consumi, ovvero l’acquisto dell’auto da parte delle famiglie, soprattutto quelle che ne hanno più’ bisogno, ci aspettiamo che il gruppo aumenti in maniera significativa la produzione di auto in Italia“. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenedo a Radio 1 ha ribadito la forte richiesta dell’esecutivo al gruppo ex-Fiat. Negli ultimi mesi, a fronte delle promesse del Ceo, Tavares sul possibile ritorno a produrre un milione di auto nel nostro Paese, si è assistito ad un progressivo smantellamento delle produzioni in Italia. Con i modelli di maggior successo, dalla 500 alla Panda, la cui produzione ha preso la via dell’estero.  Da qui il nuovo richiamo al gruppo.

L’ingresso dello Stato “opportunità non colta”

Di fronte al disimpegno di Tavares nei confronti dell’Italia, Urso era arrivato ad ipotizzare anche l’ingresso dello Stato nel capitale dell’industria automobilistica (il governo francese tramite Bpi, con il 6,1% più alcune controllate che detengono lo 0,3%, ha un  del 6,4% società). Una dichiarazione che mirava principalmente a richiamare Tavares, ma anche la famiglia Agnelli (che con Exor ha il 14% ed è dunque la principale azionista) alle responsabilità nei confronti delle migliaia di lavoratori italiani. Una ipotesi, che il ministro giudica una occasione persa.  “Oggi l’ingresso – ha chiarito il ministro é fuori dall’agenda“. “Questa scelta – ha spiegato Urso – si poteva assumere quando quattro anni fa fu realizzata Stellantis; in quel momento ci fu un dibattito in Parlamento. Stellantis presentò  anche alle procedure di Golden Power il suo progetto. Personalmente ero dell’idea che bisognava cogliere quella opportunità“. “Poteva essere fatto allora – spiega ancora Urso – oggi nello stato attuale, dove c’é già una configurazione azionaria, é ovvio che é fuori da agenda”. “E’ chiaro che se l’azienda dovesse dire di avere assoluto bisogno di una partecipazione pubblica italiana – conclude il ministro, –  si aprirebbe un dibattito, un confronto tra chi é favorevole e chi no”.

Anche i sindacati chiedono un piano Italia

Intanto i sindacati, riuniti ad un tavolo per affrontare la crisi a Mirafiori (cassa integrazione e stop a Maserati) promuovono gli incentivi e lanciano un messaggio a Tavares “Il provvedimento messo in campo dal governo sugli incentivi per l’acquisto delle auto é’ una buona notizia – ha detto il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano. Poi il messaggio al Ceo del gruppo: “Per quanto riguarda Mirafiori abbiamo la necessità di avere una missione produttiva che affianchi la 500e. Serve una vettura popolare per fare volumi, mentre su Maserati abbiamo delle preoccupazioni con l’uscita di produzione della Quattroporte, Ghibli e Levante. Se vogliamo rafforzare la presenza del gruppo nel segmento lusso bisogna rivedere la strategia sui tempi di lancio dei nuovi modelli Maserati. ” . Forti preoccupazioni anche per gli impianti di Cassino, dove ha detto Uliano “la destinazione della piattaforma large, in prospettiva mette in sicurezza il sito laziale ma c’é una situazione di volumi ancora molto bassa”. Discorso ancor più delicato per Melfi dove, oltre al problema della produzione di retta di auto, c’è quella dell’indotto formato da 30 mila addetti che lavorano esclusivamente per lo stabilimento Stellantis.

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