Il 70% dei terreni agricoli è in pessime condizioni, allarme in Ue
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CronacaPrimo piano Lun 08 gennaio 2024

Il 70% dei terreni agricoli è in pessime condizioni, allarme in Ue

Secondo le stime dell'UE Soil Observatory il 70% dei suoli in Europa è in cattive condizioni per cui è sempre più difficile produrre cibo. Il 70% dei terreni agricoli è in pessime condizioni, allarme in Ue
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

Secondo le ultime stime dell’UE Soil Observatory il 70% dei suoli in Europa è in cattive condizioni ragion per cui è sempre più difficile produrre cibo sufficiente per una popolazione in costante crescita. L’obiettivo, da qui ai prossimi anni, sarà quello di rendere le colture più resilienti migliorando la salute del suolo, aumentando la biodiversità, migliorando l’efficienza e la qualità dell’acqua e riducendo l’impatto del sistema alimentare sul clima. Si tratta delle cosiddette pratiche di agricoltura rigenerativa che Unilever ha introdotto su scala globale e che, grazie anche al progetto BuonCibo di Knorr, ha l’obiettivo di incoraggiare sempre più persone a scegliere un’alimentazione sana e sostenibile, e più consapevole dei futuri effetti sulla società e il pianeta.

Ad oggi, Unilever ha all’attivo nove progetti tra Nord America, Europa, Sud America e Asia meridionale, per un totale di 48.000 ettariche entro l’anno raggiungeranno i 300.000 ettari – in cui soia, riso, pomodori, cipolle, aglio e prezzemolo e verdure sono prodotti seguendo i principi dell’agricoltura rigenerativa delineati negli Unilever Regenerative Agriculture Principles. Pratiche come le colture di copertura, la rotazione delle colture, la riduzione della lavorazione del terreno, il compostaggio e lariduzione dei fertilizzanti sintetici contribuiscono a promuovere la salute del suolo e la crescita di organismi benefici (biodiversità). L’agricoltura rigenerativa è fondamentale per il viaggio di Unilever verso il Net zero entro il 2039 e per ripristinare e rigenerare 1.5 milioni di ettari di terra, oceani e foreste entro il 2030.

“Per quanto si parli da tempo di transizione ecologica c’è ancora molto da fare e poco tempo per farlo. Un tema su cui forse l’opinione pubblica è poco sensibilizzata è quello dell’impoverimento dei terreni agricoli che oggi, oltre a ospitare più del 25% di tutta la biodiversità e a fornire oltre il 95% di cibo a 8 miliardi di persone, sono responsabili del sequestro e assorbimento del carbonio e della purificazione dell’acqua. Secondo le ultime stime dell’Unione Europea il 70% dei suoli dell’UE è in condizioni malsane e le principali minacce sono l’erosione, la perdita di carbonio, il consumo di suolo e la contaminazione. Per questo, se si vuole dare una scossa al processo di transizione, è fondamentale ripartire dall’agricoltura rigenerativa che, oltre ad essere in grado di rigenerare il suolo e rendere la produzione di alimenti più sostenibile, riesce ad abbattere la produzione di gas serra contribuendo a raggiungere la neutralità climatica, l’inquinamento zero e un ambiente resiliente. Un meccanismo virtuoso, che deve partire dalla sinergia tra istituzioni, aziende e produttori, che da qui ai prossimi anni, oltre a garantire cibo per una popolazione in crescita, avrà un impatto profondamente rilevante sul nostro pianeta”, commenta il professor Fabio Iraldo della Scuola Sant’Anna di Pisa.

Un’accelerazione dell’impegno verso l’adozione di pratiche di agricoltura rigenerativa e la diffusione di una cultura “rigenerativa” nelle nuove generazioni che in Italia è partita lo scorso novembre quando Knorr e uno dei suoi storici fornitori, Parboriz, hanno lanciato in Italia il progetto di agricoltura rigenerativa del riso che punta a migliorare la qualità dell’acqua, a ridurre le emissioni di gas serra e ad aumentare la biodiversità. “Knorr promuove l’agricoltura sostenibile da oltre dieci anni e nel 2022 si è mossa per implementare i principi dell’agricoltura rigenerativa con il progetto italiano sul riso Knorr, una delle iniziative nell’ambito del più ampio impegno di Unilever”, racconta Barbara Cavicchia, Nutrition Business Unit Lead di Unilever Italia. “Il progetto italiano, in particolare, si pone come obiettivo quello di sperimentare nuove pratiche e capire come applicarle alle aziende agricole. L’iniziativa è una delle prime a implementare il workshop sull’agricoltura rigenerativa. – prosegue Cavicchia- I risultati sono stati così incoraggianti che le tecniche sono state estese e arriveranno a oltre 200 coltivatori di riso della zona entro la fine dell’anno. Questo impegno comune ci permetterà di contribuire a un’ampia diffusione dell’agricoltura rigenerativa nella catena di fornitura di Unilever”.

La centralità dell’agricoltura rigenerativa nella strategia di Knorr, è testimoniata anche dall’avvio di veri e propri “laboratori” in cui sperimentare le tecniche agricole rigenerative. Quello di Knorr “BuonCibo” è un progetto che, in aggiunta a promuovere le buone pratiche agricole, fa dell’educazione alle tecniche di agricoltura rigenerative e il trasferimento di queste conoscenze alle nuove generazioni un suo pilastro fondamentale. Il progetto, infatti, oltre a sensibilizzare i consumatori all’assunzione di prodotti più salutari e alla promozione di uno stile di vita più sostenibile, grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale Agrivis, nel luglio 2021, ha contribuito alla nascita de “l’Orto del futuro Knorr“: un luogo, alle porte di Milano, che offre lavoro a persone appartenenti a categorie fragili nell’ambito della produzione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli a basso impatto ambientale. Da quest’anno, inoltre, Agrivis ha abbracciato le pratiche di agricoltura rigenerativa adottandole nell’ Orto del futuro e ha unito le forze insieme a Knorr per promuovere delle occasioni di divulgazione per fare luce sull’importanza di queste pratiche. (Teleborsa) 

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