Arriva il Digital services act, ecco cosa cambia in Italia
Da venerdì 25 agosto entra in vigore il Digital Services Act (o detto in breve DSA), ovvero un'insieme di regole volute dall’Unione Europea.Da venerdì 25 agosto entra in vigore il Digital Services Act (o detto in breve DSA), ovvero un’insieme di regole volute dall’Unione Europea per i contenuti online. Le big tech, in particolare i due grandi motori di ricerca (Google e Bing), i social (da Facebook a Pinterest) e gli e-commerce, Amazon e Zalando compresi, sono obbligati a mettersi in regola. L’obiettivo della norma è quello di ridurre la diffusione online di tutti i contenuti giudicati fuorvianti, la vendita di prodotti contraffatti, tutelare i minori e fornire agli utenti informazioni più accurate sul trattamento dei propri dati personali.
Le aziende tech devono presentare entro venerdì all’Ue le valutazioni del rischio esistente sulle loro piattaforme, attraverso audit esterni e indipendenti. In caso contrario, sono previste multe fino al 6% dei ricavi. Ma se Meta, che controlla i social Facebook e Instagram, ha fatto sapere di essere pronta al passaggio e di aver costituito un team di mille professionisti per rispondere alle direttive del Dsa, Amazon e Zalando a luglio hanno presentato ricorso al tribunale generale del Lussemburgo, per chiedere di essere esclusi dalla direttiva.
TikTok, invece, ha introdotto sull’app una nuova funzionalità allo scopo, che permette agli utenti di segnalare contenuti illeciti. Ma la novità introdotta dall’Ue avrà un impatto anche sulla pubblicità online che vediamo quotidianamente. Gli utenti riceveranno informazioni più precise, infatti, su chi pubblica gli annunci e sul perché venga visualizzato quel particolare messaggio. Inoltre, sarà vietato alle piattaforme vendere pubblicità personalizzate in base ai dati personali sensibili, come per esempio l’etnia, le opinioni politiche o l’orientamento sessuale.