Che fine hanno fatto gli Nft? Dalle aste record alla bolla
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ApprofondimentiDigitale Sab 23 marzo 2024

Che fine hanno fatto gli Nft? Dalle aste record alla bolla, l'inizio di una nuova era

I Non-fungible Token come li abbiamo conosciuti rischiano di rimanere solo un feticcio dell'onda lunga delle criptovalute. Che fine hanno fatto gli Nft? Dalle aste record alla bolla, l'inizio di una nuova era
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

Che fine hanno fatto gli Nft? I Non-fungible Token, questo l’acronimo, ovvero il certificato di autenticità di un file digitale assimilato ad un’opera d’arte, così come li abbiamo conosciuti rischiano di rimanere solo un feticcio dell’onda lunga delle criptovalute. Diventati dopo la pandemia il simbolo della creatività fatta a colpi di byte, lo scorso anno il volume degli scambi è crollato del 49%, attestandosi a 12,6 miliardi di dollari.

Certo, ancora una montagna di soldi, se si considera che il mercato dell’arte nel mondo valeva 65 miliardi di dollari sempre nel 2023. Ma si è ugualmente lontanissimi dalle vendite record dei certificati d’arte digitale. Come dimenticare, infatti, i 69,3 milioni di dollari pagati l’11 marzo 2021 dal raider della criptofinanza Vignesh Sundaresan per l’opera “Everydays: the First 5000 Days”, collage virtuale del pubblicitario americano Mike Winkelmann in arte Beeple. O il fantasioso disegno di Refik Anadol, “Machine Hallucinations-Space: Metaverse “, battuto all’asta per 2 milioni di euro. 

Un’enorme bolla speculativa, di cui, al momento, è rimasto ben poco. E nemmeno ora che gli investitori sono tornati a strizzare l’occhio alle cripto, diventate, secondo alcuni, bene rifugio al pari dell’oro, gli Nft sono tornati in auge. È così che a Milano ha dovuto recentemente portate i libri in tribunale il Dynamic Art Museum, che si autoproclamava all’apertura “primo spazio museale fisico al mondo a presentare l’arte Nft su larga scala, con 72 artisti Nft e oltre 140 opere”. E che gli investimenti nei principali progetti Nft, come Doodles, Invisible Friends, Moonbirds e Goblintown, hanno perso fino al 95%.

Insomma, tutto finito? Non è detto. Verso la fine dello scorso anno, il numero di Nft venduti è aumentato del 445%. Segno di un rinnovato interesse, ma con regole nuove. Ad iniziare proprio dall’arte, dove l’opera sta tornando ad essere un oggetto da collezione e non per fare trading. Anche il Web3, ovvero la terza vita di internet in formato blockchain, potrebbe dare un nuovo impulso ai certificati digitali. Le aziende potrebbero essere costrette ad utilizzarli per difendere i propri marchi in rete. E a quel punto le quotazioni tornerebbero a salire.

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