Bce, pugno di ferro sui tassi: sì a nuovi rialzi se necessario
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AperturaEconomia Gio 10 agosto 2023

Bce, pugno di ferro sui tassi: sì a nuovi rialzi se necessario. Pil e inflazione incerte

Le decisioni sui tassi di interesse della Bce seguiteranno a essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione. Bce, pugno di ferro sui tassi: sì a nuovi rialzi se necessario. Pil e inflazione incerte
Emanuele Bonora
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Emanuele Bonora

Giornalista de La Verità, esperto di nuovi media. Responsabile dell'edizione online del quotidiano e delle strategie digitali.

L’inflazione rimarrà elevata per un periodo prolungato e la Bce manterrà una politica restrittiva sui tassi d’interesse. Di più: le prospettive per la crescita economica restano ancora incerte. Per colpa della guerra in Ucraina e delle nuove tensioni geopolitiche (leggasi, tra le altre, Cina e Usa), che potrebbero avere un impatto negativo sul “commercio internazionale” e pesare “sull’economia dell’area dell’euro”. Lo mette nero su bianco la Banca centrale europea nel suo tradizionale Bollettino. E suona come  l’ennesimo campanello d’allarme di una crisi, che potrebbe palesarsi improvvisa sui mercati.

“Le prospettive economiche a breve termine per l’area dell’euro si sono deteriorate, principalmente a causa dell’indebolimento della domanda interna – affermano gli economisti di Francoforte -. L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive comprimono la spesa”. Ne consegue che “l’espansione economica potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più forti delle attese o se l’economia mondiale si indebolisse, deprimendo la domanda di esportazioni dell’area dell’euro. L’espansione potrebbe invece rivelarsi maggiore del previsto se, grazie alla vivacità del mercato del lavoro, all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza, cittadini e imprese riacquistassero fiducia e aumentassero i consumi”.

I settori in difficoltà

I settori che ne stanno facendo maggiormente le spese sono il “manifatturiero, frenato anche dalla debole domanda estera”. “Anche gli investimenti delle imprese e quelli nell’edilizia residenziale mostrano segnali di debolezza. I servizi continuano a evidenziare una maggiore tenuta, specialmente nei sotto settori ad alta intensità di contatti, come il turismo”, spiegano dalla Bce.

Ma ”con il venir meno della crisi energetica i governi dovrebbero revocare tempestivamente e in maniera concertata le misure di sostegno adottate. Ciò è essenziale per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, che altrimenti richiederebbero una risposta di politica monetaria più risoluta”, indica il bollettino. Per l’inflazione “fra i rischi al rialzo vi sono possibili nuove pressioni verso l’alto sui costi dei beni energetici e alimentari, legate anche al ritiro unilaterale della Russia dall’iniziativa per il trasporto dei cereali dal Mar Nero. Le condizioni metereologiche avverse, alla luce dell’evoluzione della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari più del previsto”. 

La politica dei tassi

La politica della Banca centrale è chiara: un “ritorno tempestivo dell’inflazione” al 2% nel medio termine. Per questo “il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse seguiteranno a essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

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